Pubblichiamo volentieri questa poesia di un giovane cortonese, che sta dedicando tempo e studio alla storia di Tornia, l'antico borgo medievale della montagna cortonese, che nel giugno 1944, grazie all'eroismo del giovane sacerdote don Giovanni Salvi, scampò ad una strage nazifascista nei giorni della ritirata dell'esercito tedesco e della milizia fascista verso la Linea gotica. Ritirata imposta dall'avanzare ed incalzare degli eserciti alleati e della guerra partigiana. La poesia ha partecipato alla XI edizione del Concorso " Molteplici visioni d'amore-Cortona città del Mondo" (organizzato dal Lions Club in collaborazione con il Giglio Blu di Firenze), ottenendo il primo premio nella categoria "Poesia inedita Giovani". ( IC )
L’oblio di Tornia
Alla piazza delle forche
il popolo nudo era adunato,
ferro buttato nel crogiolo,
in un’ora di terrore:
si tremava.
Svuotate le case d’ogni bene,
di speranza le anime. Domani
pare non aver più nome.
I pianti fluidi delle donne
e i lamenti strozzati dei bambini
si schiantavano
contro l’erto muro
acre e duro del suono tedesco.
Ha gli occhi serrati
un pallido bimbo
cui treman le gambe
mentre lacrima;
stringe forte la mano sfiorita della madre,
quella, nell’altra scorre
gli ultimi grani del rosario.
Fumo nero serpeggia.
Uomini forti come i ceppi
ch’erano avvezzi
a spaccare con l’ascia,
in piedi stanno ora, impietriti
esili e sviliti
come ramoscelli seccati,
di fronte all’infame prepotenza.
E inermi vedono alte vampe
di fuoco arrostire le case
e le care bestie fatte schiave
assistono marciare meste
al grido dei crudi barbari.
Poi brividi.
Spianano i fucili
dritti ai volti smorti
della gente rannicchiata
che minaccia
un silenzio ghiacciato.
Quella quiete sepolcrale
infranse
l’asprignola voce dell’Ufficiale.
Calarono le armi
e fu liberazione
d’improvviso
un nuovo respiro
i petti riempì di vitalità
e il cuore batté ancora
dopo un’eternità.
Filippo Meoni