Nel prossimo mese di luglio, o al massimo entro agosto, un gruppo di ex-allievi del Vagnotti,lo storico Seminario diocesano cortonese, oggi sede del nostro Liceo Classico Luca Signorelli, si ritroverà per una mattinata in Cortona per rendere omaggio all’indimenticato ed ancor oggi amato vescovo cortonese Mons. Giuseppe Franciolini. Un "Buon Pastore" che, all’alba del 3 luglio 1944, fu il primo a dare la notizia ufficiale ai suoi concittadini della Liberazione di Cortona dal nazifascismo e dell’imminente arrivo dell’ingresso in città degli eserciti alleati e dei partigiani, che , con la loro avanzata dal Sud-Italia i primi e con la loro lotta armata clandestina di resistenza i secondi, nella primavera di quell’anno avevano stretto in una morsa i tedeschi acquartierati nella nostra città, costringendoli alla fuga verso Città di Castello o verso Arezzo.
Dopo giorni di combattimenti e di rastrellamenti la notte del due luglio tutti i tedeschi lasciarono Cortona e anche i capi politici fascisti scapparono. Quella vigilia fu ancora una notte di paura, pur nell’ attesa imminente della Liberazione e della fine del dolore, della tragedia della guerra.
Il vescovo Franciolini, alla mattina del 3 luglio, fu il primo a dare la notizia della Liberazione e rincuorare i cortonesi verso il nuovo inizio che li attendeva con una camminata-passeggiata in piazza e sulle rughe di Cortona, accompagnato dal suo segretario don Luigi Folesani, che così, anni dopo, ci ha raccontato quel gesto di amore e di fratellanza del vescovo Giuseppe.
“Il giorno avanti si vedevano dalle finestre del Seminario le soffitte del Collegio S.Giuseppe piene di persone nascoste per sfuggire ai rastrellamenti dei tedeschi (era il 1944). Le vie erano deserte, le finestre semichiuse, le porte sbarrate. Durante la notte si udì qualche cannonata e all’alba lo scoppio di mine. Il 3 luglio cominciò così. Il Vescovo mi chiese di uscire con Lui e, senza parlare, traversammo le due piazze principali. Non c’era nessuno. Unico rumore due gatti che miagolavano. Imboccata Rugapiana, il Vescovo mi disse: “D ì qualcosa. Parla forte!” .
Capii che era un segnale per chi stava rintanato in casa: voci italiane. I tedeschi quindi non c’erano più. Da Piazza Garibaldi tornammo indietro. Udii la nuova raccomandazione di parlare forte. E difatti qualche finestra cominciò ad aprirsi piano piano.
Una donna gridò: “Venite, c’è il Vescovo!” . Tornati a casa, salimmo sul campanile del duomo e guardammo con un binocolo: a Santa Maria Nuova c’era il piccolo trattore che azionava l’unico mulino sito in città. Fu mandato subito qualcuno per vedere se era ancora utilizzabile, ma i tedeschi l’avevano manomesso a colpi di mazza.
Tornammo in Carbonaia: sulla via di S. Lorenzo scorrevano file di autoblindo, altre sbucavano dall’Ossaia, convergendo su Cortona. Erano circa le dieci e trenta.
Ormai i cortonesi erano usciti e il campanone civico comincio a suonare a distesa. Entrarono gli alleati. La gente applaudiva. I soldati salutavano e sorridevano. Nella contentezza generale, spari improvvisi. T ornò la paura. Solo nel pomeriggio sapemmo che una mitragliatrice aveva sparato da Porta Colonia verso le Tavarnelle, dove gli ultimi tedeschi fuggivano. Intanto la gente era scomparsa nei vicoli. Poi tutto tornò normale, anche se nei negozi mancava perfino quel poco che con la tessera annonaria si poteva ritirare.
Il 3 luglio 1944 fu Mons. Franciolini che ebbe il coraggio di uscire per primo ed annunciare ai cittadini che Cortona era libera. Questo atto d’amore non dovrà essere dimenticato”.
Questo atto d’amore ai cortonesi e alle cortonesi, sarà ricordato, come memoria attiva, da un gruppo di ex-allievi di Franciolini e il programma verrà diffuso appena pronto entro il mese di giugno 2024.
Ivo Camerini