Oggi, alle cinque del pomeriggio, tutto Borgo Ossaia e tantissimi cortonesi, pur nel rigido rispetto delle norme anticovid, si ritroveranno nei campi terrazzati che circondano la piccola antica Chiesetta parrocchiale dello storico villaggio etrusco-romano per dare l’ultimo saluto a Fabrizio Peruzzi, artigiano ed imprenditore cortonese del Vallone.
Fabrizio, nato il 13 gennaio 1956, un cortonese buono, onesto e amico di tutti, è stato chiamato alla Casa del Padre nella serata del 21 luglio 2021, mentre era ricoverato all’Ospedale di Careggi in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute dopo che un anno fa era stato attaccato da un male incurabile.
I funerali religiosi si svolgeranno appunto alle diciassette e la Santa Messa funebre sarà celebrata dal vicario locale. Dopo la Messa la salma verrà tumulata al Cimitero monumentale del Calcinaio, dove Fabrizio riposerà accanto agli amati genitori.
La morte prematura di Fabrizio , aveva appena sessantacinque anni, ha gettato nel dolore non solo la moglie e i figli, ma l’intera comunità di Ossaia e del Vallone, dove Fabrizio aveva costruito e vissuto la sua intensa e fruttuosa professione di artigiano ed imprenditore cortonese.
A metà circa degli anni 1980, Fabrizio infatti ,che era operaio di una nota ditta di infissi camuciese, si mise in proprio aprendo una sua bottega in un piccolo laboratorio ricavato da un ambiente agricolo alle pendici del colle di Ossaia e assieme alla giovane moglie Margherita, nel volgere di un ventennio, riuscì a realizzare il grande capannone in zona Pip del Vallone, che, da alcuni anni, manda avanti con successo il figlio Roberto. Un figlio praticamente nato ed allevato da babbo e mamma proprio nei locali del primo, iniziale nucleo aziendale, dove i genitori, esempi eccezionali di lavoratori e persone cortonesi perbene, lavoravano da buio a buio.
Fabrizio e Margherita sono stati infatti sempre una coppia di sposi gioiosi e lavoratori instancabili che scommisero tutto sul lavoro come motore di crescita economica e di progresso familiare.
Nei primi anni del nuovo secolo realizzarono, con l’aiuto del giovanissimo figlio Roberto, che già a quindici anni aveva preso a seguire babbo come "aiutante in prima", il grande complesso artigianale che oggi è un sicuro, solido punto di impresa familiare in Zona Vallone.
Personalmente ho conosciuto Fabrizio nei primi anni 1980 e la vicinanza di età, aveva qualche anno meno di me, ci mise in confidenza ed amicizia quasi parentale. Ho avuto da lui tanti consigli e sempre il massimo della professionalità nei lavori che via via ho avuto occasione di commissionargli, compresa l’ultima finestra che gli chiesi appena cinque mesi fa e che pregò Roberto di realizzare in quanto ricevendomi al suo ufficio in azienda mi disse che le gambe non lo portavano più e la mancanza di fiato non gli permetteva più di salire nella sua amata montagna dove , negli anni precovid, era di casa e tanto spesso veniva a caccia con gli amici , fin dagli anni novanta del Novecento quando andava al cinghiale con Giovannino e anche con il mio babbo Gigi.
Oggi il dolore della moglie Margherita , dei figli Roberto e Martina è anche il dolore mio e di tantissimi che lo hanno avuto amico e compagno di chiacchierate e tante belle discussioni sociali e civiche. Personalmente ricordo la sua perenne gentilezza, il suo sorriso affabile e fraterno, immutato anche nell’ultimo incontro di cinque mesi fa quando ormai il male stava prendendo il sopravvento sulla sua forte fibra di lavoratore e di “ maestro artigiano cortonese”. Ricordo la sua correttezza ed onestà professionale, ma soprattutto la sua gioia di vita nel costruire la grande ed importante azienda artigiana di oggi, la sua socialità speciale di uomo all' antica legato alla vita familiare, agli amici, alla sua passione per l' agricoltura domestica, per la caccia. Davvero, la nostra comunità perde una persona perbene, un grande imprenditore artigiano.
Io perdo un amico fraterno, impagabile, che da quarant'anni era come un parente. Ciao, carissimo amico Fabrizio! “ Che la terra ti sia lieve”. Soprattutto: “Buona strada nelle eterne praterie della Gerusalemme Celeste” , dove "possa la strada alzarsi per venirti incontro, / possa il vento soffiare sempre alle tue spalle,/ possa il sole splendere sempre sul tuo viso".
L’Etruria tutta si stringe a Margherita, a Roberto, Martina , alla nuora Debora e al genero Andrea, agli amati nipoti, in questo momento di dolore che li colpisce negli affetti più cari e porge loro cristiane condoglianze.
Nella foto di corredo, l’immagine fatta stampare sul ricordo dei funerali e la cappellina della Chiesa dell’Ossaia dove, da ieri pomeriggio alle quindici e fino alle sedici e trenta di oggi, è esposta la salma di Fabrizio giunta direttamente dall’Ospedale di Careggi.
Ivo Camerini