Nel primo pomeriggio di lunedì 10 marzo 2025, a Camucia, nella bella Chiesa parrocchiale di Cristo Re, si sono svolti i funerali religiosi di Marta Magi in Milluzzi, che, dopo una lunga incurabile malattia, è stata chiamata alla Casa del Padre nel giorno della Festa dei diritti delle donne. Un giorno particolare cui da sempre Marta, donna, sposa e mamma eccezionale, ha dedicato la sua attenzione sociale,civile e religiosa.
Marta, come ha detto nell’omelia il giovane viceparroco di Camucia, è stata un nobile e grande esempio di testimonianza femminile cristiana e un forte motorino organizzativo della vita familiare, della vita lavorativa passata nelle scuole cortonesi e poi, da pensionata, nel volontariato Avo di Camucia-Cortona.
Al termine della messa funebre, con cui la comunità di Camucia ha presentato la sua anima al Signore, il figlio Andrea, giovane, stimato giornalista nazionale televisivo, ha avuto parole di affetto verso la sua mamma. Parole che hanno commosso tutti i presenti. Andrea assieme alle parole di ringraziamento alla mamma per il suo lascito spirituale e umano, ha rivolto anche un grazie sentito e sincero per il grande affetto dimostrato a lui e al babbo Francesco dai tanti che sono accorsi nella Chiesa di Cristo Re per portare l’ultimo saluto “alla Marta”, come l’ha devotamente chiamata al termine del suo breve, filiale discorso, che qui in parte riportiamo.
“Si dice sempre - ha detto tra l’altro Andrea - che chi muore lascia un vuoto, nel caso di mia mamma posso sicuramente dire che invece lascia qualcosa non solo a me, ma a tutti noi. (...)L'affetto dimostrato a me e babbo in questi giorni di lutto da decine e decine di persone è la prova tangibile della vita che ha fatto la Marta. Sempre pronta a dire una parola, a fare un gesto, a chiedere la domanda non scontata, non dovuta, non rituale. (...)C'è chi la chiamava santa, per la dedizione agli altri. Chi la chiamava motorino , perché trovava sempre qualcosa da fare.Chi la chiamava chiacchiera, per quanto amava sentirsi raccontare le vite degli altri. Anche per questo si può tranquillamente affermare, sfidando chiunque a smentire, che la Marta, come tutti la chiamavano, ha avuto una vita piena e l'ha regalata a tutti noi con amore”.
Anche due sue amiche Fiorella e Viola così la ricordano.
“Con la morte della Marta - scrive Fiorella sui social - ho cominciato ad avvertire chiaramente la sensazione di essere più sola, una sopravvissuta: questo succede quando a lasciarti è una persona speciale, legata a te da una vita. E non solo a me capita: la Marta ha lasciato un grande vuoto tra quelli che la conoscevano e che non potevano non volerle bene. Il suo impegno per gli altri era grande: lei era un punto di riferimento importante per l’AVO, l’associazione dei volontari ospedalieri, cui ha dato un contributo fondamentale per tanti anni. Sapeva soccorrere il dolore degli altri con semplicità e affetto. Era una mia amica, una delle poche. E anche se ci sentivamo raramente, ci legava un grande affetto, da quando i nostri figli sono diventati amici strettissimi fin da piccoli alla scuola materna, poi su su sempre insieme fino alle elementari, alla media e al liceo.
Di Marta conservo l’ultimo messaggio, che le ho inviato qualche giorno fa, dove mi scusavo se non potevo farle visita e lei mi ha risposto con un “Grazie Fiorella”. La Marta era così, pronta a comprendere, e a scusare. Una donna forte che mi è stata vicina nei momenti più duri della mia vita, lei che ha saputo superare le prova più grande, essendo rimasta orfana da piccolissima. E forse per questo la famiglia era il centro del suo mondo: una bella famiglia che era riuscita a creare con il suo Francesco, il suo Andrea e la sua Elena. Era una mamma meravigliosa non solo per il suo Andrea, ma anche per tutti i bambini del Poggetto, che ha accolto in casa nei lunghi pomeriggi dopo la scuola, giocando con loro, preparando spuntini, e poi accompagnandoli mentre crescevano: tra gli altri Alessandro, Francesco, Raffaele, Andrea D’Oppido, Valentina, Silvia, Giulia, Lucia, Francesca e poi i più piccoli Chiara, Alberto, Marzia. Tutti “i ragazzi del Poggetto” si riunivano nella sua casa, prima a giocare, poi a suonare nel complessino che alcuni di loro avevano formato, poi ancora a chiacchierare, a discutere, ad immaginare il proprio futuro. Sempre sorridente anche negli ultimi tempi, quando ha cominciato a stare male, Marta parlava poco di sé, sempre preoccupata dei suoi cari a cui andava costantemente il suo pensiero. E ieri sera, stringendosi accanto a Francesco, ad Andrea e ad Elena, si sono ritrovati per l’ultimo saluto a Marta tutti i “suoi” ragazzi e le “sue” ragazze, divenuti ormai uomini e donne: una “famiglia” numerosa di cui lei sarebbe stata orgogliosa”.
“ Marta - scrive Viola – l’ ho conosciuta e frequentata per tanti anni lavorando vicino a casa sua ed è stata per me, venuta in Italia a lavorare, come una sorella della mia lontana terra natale. Sempre dolce e disponibile ad aiutarmi non mi ha fatto mai mancare un caffè o un invito in casa sua per due parole al termine del mio lavoro quando mi vedeva uscire dalla palazzina accanto alla sua al Poggetto di Camucia. Grazie, cara Marta di tutto quello che hai fatto per me e dei tanti bei sorrisi che mi hai regalato.”
Anche chi scrive ricorda il suo bel sorriso, la sua amicizia di vicina sempre disposta ad aiutare nel crescere i nostri figli e nel dare una mano nei momenti di bisogno. Ed insieme la sua infaticabile attività di donna e cittadina attiva nella piccola cerchia del vicinato e nella rete più grande del volontariato sociale e civile cortonese.
A lei il mio consueto “Ciao, Marta!” che ci siamo scambiati ancora pochissimi giorni fa, quando passai a trovarla all’ospedale, dove era ricoverata e con il suo sorriso vidi tutto il bello e il buono di un’amicizia ultraquarantennale e, nonostante il male che la stava divorando, la sua voglia di vivere ancora per il suo Francesco e il suo Andrea.
Cara Marta che “la terra ti sia lieve” e soprattutto “buon viaggio nella Gerusalemme Celeste”, dove, come ha detto il tuo amatissimo Andrea in chiesa, “starai già organizzando qualcosa per le anime del Paradiso”. Buona strada nelle eterne, luminose praterie del Cielo , dove "possa la strada alzarsi per venirti incontro, / possa il vento soffiare sempre alle tue spalle,/ possa il sole splendere sempre sul tuo viso".
A Francesco, ad Andrea ed Elena e ai parenti tutti, le cristiane condoglianze del nostro giornale, assieme a quelle mie personali.
Ivo Camerini