Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sui baci e gli abbracci da rinviare ancora a lungo. Ma un vivere senza affettuosità e senza sentimenti del cuore non si potrà rimandare alle famose calende greche. Grazie Anna! (IC)
Diario del RIMANDARE
Stanotte ho sognato che con degli amici ci abbracciavamo. Perché il saluto con gli abbracci è il solo saluto sincero che si fa se ci si vuole molto bene. I due bacetti invece, prima una guancia poi l'altra, sembrano sì una dichiarazione di simpatia, ma certo non sono un saluto così affettuoso. Le mani che almeno toccano le spalle ci dovrebbero essere sempre. Nel sogno, l'abbraccio non era un abbraccio della nostra storia passata, ma di adesso. Facendolo, abbracciandoci, dicevamo: ma non si può, e se ci beccano? Ma noi ce ne freghiamo, in questo momento è più importante abbracciarci che dare retta agli ordini. E il sogno finiva lì.
La realtà è che anche l'atto primitivo e spontaneo dell'abbraccio va rimandato. Ieri sera il nostro caro Giuseppe non l'ha detto proprio così, ma si capiva.
Anche i due bacini, uno di qua e uno di là, rimandati a molto dopo il 4 maggio, diciamo a data da destinarsi. Dal 4 maggio in poi è consentito soltanto uscire di casa, vedersi con le persone ma camminare a distanza, fare a meno della certificazione e forse entrare di nuovo nelle case degli altri. Sono curiosa del fatto che potremo tornare nelle case degli amici o dei parenti. Ci guarderanno da fuori per vedere se abbiamo contatti fisici? Nel dubbio forse rimanderemo.
Ci saranno nuovi codici di affettuosità. Sfidare ciò che è lecito e ciò che non lo è rispetto alle manifestazioni d'affetto, sarà un'ispirazione di storie bellissima. "Mamma ho fatto una cosa tremenda, ho abbracciato un'amica..." "Quei due sono usciti insieme, quando hanno svoltato l'angolo si sono baciati, ma c'era la polizia che li ha visti, accidenti..."
Incontri per strada qualcuno e sapete quanto bene vi volete. Vi guardate dalla mascherina e tutti e due state pensando: lo facciamo, ce ne freghiamo? E in nome di quel bene vi abbracciate. E sbuca il vigile che vi fa nz nz nz... E quindi parte la multa? per aver abbracciato un'amica che mi mancava? Per una cosa che anche migliaia di anni fa si sapeva che "era cosa buona e fu sera e fu mattina"?
Ma a quanto pare, queste cose assurdamente "illegali" adesso, come dimostrarsi il bene, se c'è qualche stupido che se ne frega e non ci pensa e va in giro a fare il coraggioso ma più che coraggioso è contagioso, ci faranno ricominciare tutto da capo. Lo vogliamo? No. Bisogna rimandare gli abbracci a dopo il vaccino. Cioè? mesi? anni? all'infinito? Il più bravo regista di fantascienza l'aveva mai pensato un film del genere?
Non so immaginare nuove serie televisive che verranno girate in cui la gente si bacerà, si abbraccerà o farà anche di più. Se lo faranno noi staremo a guardare, invidiosi. Ma il problema è che non potranno farlo nemmeno lì, in quella dimensione dietro lo schermo dove nessuno pensa che anche gli attori siano persone normali.
Forse non ci saranno più per lungo tempo serie televisive con dentro storie d'amore e d'effetto. Pensa che palle, dico sinceramente, di che si parla allora? che le gireranno a fare delle serie dove i personaggi tra loro non si sfiorano nemmeno? Agli attori non sarà consentito avere contatti fisici, quindi staranno tutti a un metro con mascherina, per essere credibili? Si rimanderanno tutte le storie d'amore e d'affetto, a dopo il vaccino? "Ambientiamole ai tempi in cui non c'era il coronavirus!" dirà qualcuno, per scherzo.
Solo con le storie scritte si può. Quelle restano sulla carta e non vengono recitate. Quelle almeno si possono non rimandare.
In videochat con degli amici, ci stiamo vedendo anche adesso, così in video. Ma non è tanto il vedersi quanto il "sentirsi", che non è nemmeno il sentirsi al telefono, ma sentirsi vicini e basta. Con molte persone sta succedendo, anche semplicemente qui sui social. Ci diciamo più cose, molte più di prima. Non possiamo abbracciarci ma possiamo dirci "ti voglio bene", che è una frase che uno rimanda sempre, per imbarazzo.
Rivederci per stare a distanza, con mascherine, disinfettando il bicchiere cercando di non farci vedere da chi ce lo porge, con la paura che qualcuno si dimentichi la distanza di sicurezza, indietreggiando quando qualcuno nell'entusiasmo ci viene vicino... abbiamo fretta di farlo? Questo sarà il nuovo modo di stare, e ci abitueremo a tenere distanti tutti, anche senza reale pericolo.
Io rimando sempre tutto, per indole. Ci penserò domani, ci penserò lunedì, ci penserò a Settembre, ci penserò quando sarà, sono le mie frasi preferite. "Tutte le cose che dovevo fare a settembre mi stanno guardando", lo scrivo ogni settembre. Adesso penso a tutte le cose che avevo già rimandato troppo prima che tutto succedesse, che forse non mi stanno nemmeno più guardando. Allora è stato anche positivo questo tempo. Le cose necessarie non potremo rimandarle lo stesso. Ma per quelle non necessarie, adesso è il trionfo del rimando. "Tutto quello che avevo rimandato a dopo il coronavirus mi sta guardando".
Magari succederà anche il contrario. Cose che prima rimandavamo per motivi stupidi, tipo l'imbarazzo, il pregiudizio, il moralismo, forse adesso le faremo. Ho pensato che quando usciremo di nuovo di casa, nel senso che usciremo da questo periodo di fantascienza brutta, certe cose su cui ci siamo sempre trattenuti, non avremo più paura di farle, ce ne fregheremo e le faremo.
Secondo me da questo periodo non usciremo più bravi, più buoni, più allenati, più tolleranti e più coraggiosi, anzi. Al limite, proprio per aver conosciuto il senso della mancanza di libertà, a certe libertà solo nostre, magari non dette, daremo finalmente sfogo. Ne usciremo uguali a prima, solo un po' più liberi, spero.
Anna Cherubini