Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sulla festa del lavoro. Festa del lavoro diversa, ma festa per tutti: lavoratori dipendenti,autonomi, a partita iva,cassaintegrati, smartworking e anche per coloro che un lavoro lo aspettano e lo cercano. Grazie Anna! (IC)
Diario di MAGGIO
"Cara Roma,
mi manchi sempre tanto, ma in questo momento ancora di più, perché stamani siamo arrivati a Maggio, e tu sai quanto in queste mese, nella nostra storia di città e cittadina, ci siamo sempre amate."
Stamattina se dovessi scrivere una lettera a qualcuno, o a qualcosa, scriverei questa.
Perché è arrivato il mese che associo alle cose belle. E Roma è tra le cose più belle che mi siano toccate dalla nascita. Fine del momento nostalgico.
Maggio 2020.
La festa del lavoro, un giorno che veneriamo e che spetta a tutti quelli che lavorano. Personalmente quest'anno non mi cambia nulla, non ho pause o riposi da fare. Per quanto mi riguarda, e i miei amici colleghi sapranno, il lavoro "autonomo" "libero" e con "partita iva" di molti privilegiati che lavorano nello spettacolo o nell'editoria, (sono registrata come "sceneggiatrice"), è fatto di attese e ritorni, di tira e molla che neanche i fidanzati più focosi, di corse finali per consegne che quando ci fanno la grazia di esistere riempiono di lavoro sia le notti che i giorni, qualunque domenica, primo maggio o mese di agosto, e una volta avvenute offrono rimesse a posto economiche per i mesi in cui non ci sono state. Poi arriva l'inizio di nuove attese e nuove acque alla gola. Nuove palpitazioni e nuove dosi di valeriana. Nuove giornate a cercare progetti e scriverli, e quindi si continua a lavorare a tempo pieno, da casa e coi figli in casa (grande fortuna e a volte grande distrazione e rottura di palle), senza una commissione e quindi gratis, per poi far leggere quel lavoro che hai scritto (che si chiama pur sempre lavoro, non hobby come da fuori può sembrare) al prossimo che speri ti darà lavoro. Che a volte, se dice bene, non ti danno lavoro su quel progetto ma grazie a quella cosa che hai mandato e che hanno letto te ne offrono un altro. E' fatto così il lavoro di molti di noi, e non solo di noi che abbiamo il privilegio di scrivere come mestiere. Ma ora? Ora è un casino. Ora rimpiango di non aver dato retta al mio babbo che mi diceva: "stipendio fisso, stipendio fisso".
Ma so che in questo primo Maggio, anche tanti stipendi fissi, di tante, tante persone che lavoravano dalla mattina alla sera con la stessa dedizione e passione che provo io quando posso fare il mio lavoro, sono saltati lo stesso. E quindi? Quindi boh. Tutti hanno tante risposte e tante teorie su quello che succederà da lunedì in poi. A me invece mi si inceppano i pensieri e la lingua se penso a quel "da ora in poi, fase 2".
Quindi farei che oggi è un primo Maggio molto molto diverso, che sarebbe da dedicare ad alcuni in particolare. Se potessi porterei cioccolatini e fiori (e anche vino buono e una canzone da ascoltare a fine turno, ammesso ci sia un fine turno anche solo mentale), a tutti quelli lavorano "in prima linea" (come piace tanto dire) negli ospedali. E anche a tutti coloro che in questi mesi non hanno potuto chiudere un bel niente perché se avessero chiuso noi altri come avremmo fatto a mangiare, avere medicine, aver fatto pagamenti in banca o alla posta o nelle tabaccherie? Noi che stiamo a casa a "scrivere progetti" a fondo perduto in attesa di nuovi guadagni, o coloro che fanno smartworking, o coloro che sono in cassa integrazione e aspettano, o in chiusura momentanea attività, come avremmo fatto? Sarà primo Maggio per tutti, anche per chi aspetta e basta. Se non può essere un primo Maggio di sospensione turni di lavoro, che lo sia almeno di sospensione "turni dell'angoscia".
Cara Roma, oggi se potessi ti cercherei come se tu fossi un santuario, e ti pregherei di darci una mano a tutti quanti. Ma non come un santuario singolo e speciale, ti cercherei proprio tutta così come sei, che per me sei santuario ovunque, anche quando ti attraverso dentro il 64 strapieno che fa capolinea a S.Pietro dove era casa mia. Quei 64, o 46, o 881 traboccanti di gente che forse non esisteranno più.
Per quanto mi riguarda, tu sei le seconde braccia materne, dopo quelle di mia madre, tra cui sono nata. Quanto mi mancano le braccia aperte del tuo Tevere nel punto in cui si apre in due per abbracciare le sponde dell'isola Tiberina, il posto dove tutti noi di Roma, più o meno, veniamo al mondo. E per un attimo siamo bambini piccoli da abbracciare. Coi gabbiani che fanno un po' del loro verso lì attorno e poi tornano al mare.
E così, che dirti cara Roma, a Maggio sei più bella del solito, e lo sarai di sicuro anche quest'anno, tutta silenziosa e sola, fra i tuoi marmi salati che amo come le mie case, l'aria pulita e gli autobus vuoti. Poi pare che da lunedì un po' qualcosa cambia e qualche voce, non solo quella dei gabbiani, tornerà a dirti ciao, come stai, mi sei mancata, forse da oggi lavoro di nuovo, forse dal 18, forse dal primo giugno, forse mai. E grazie per aver avuto (finora!) meno contagi di quelli che ci aspettavamo, ma anche fossero stati tre in tutto, sarebbero stati tanti, troppi lo stesso, e questo ovunque, in qualunque regione del mondo.
Intanto, buon primo Maggio a tutti, tutti.
Anna Cherubini