Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sul piacere della riapertura del Parterre, ma anche sul rispetto delle regole sanitarie nella Fase-2. Riflessioni anche amare sui tanti superficiali che non hanno capito che portare la mascherina e stare a un metro e mezzo è necessario oggi più di ieri per la propria ed altrui salute. Grazie Anna! (IC)
Diario delle POCHE COSE CERTE
Hanno riaperto i giardini del Parterre. Ricamminarci come fossero un tappeto morbido da attraversare coi piedi che si sono induriti e le gambe un po' anchilosate. Questo era l'effetto ieri, camminandoci, anche se stava per piovere, era freddo, non c'era un'anima, e sarebbe stata ora di pranzo di un giorno di festa.
I giardini del Parterre perdono fascino quando ci fanno le sagre o i raduni di macchine, ma non so dire quanto ne abbiano nei giorni come ieri. O nei giorni estivi, alle due del pomeriggio, con tutto quel concerto di cicale e qualche anima che ci cammina e se li gode. O verso il tramonto d'estate, con certi colori, le bici, i baci, le mamme come me distratte sempre. Sono giardini di città e giardini di campagna, entrambe le cose.
La parte più dentro al paese sono le giostre per i bambini, che sono la loro parte preferita, le panchine in quella stessa area, dove le mamme possono sedersi a chiacchierare buttando un'occhio ai figli prima che si scrocino dall'altalena. Un tempo c'era uno scivolo rosso che mi sembrava altissimo,quanti bernoccoli in fronte percorrendolo al contrario. C'erano le parallele, dove ci sedevamo diventate un po' più grandi, con le amiche, ma per fare salotto, non ginnastica. Oggi comunque, lì alle giostre, ci vanno anche gli adolescenti, a chiacchierare sulle altalene quando finisce l'orario dei più piccoli. Quando poi hanno l'età della macchina non ci vanno più. In quell'area iniziale, c'è l'esclusivo e inavvicinabile ristorante sushi, che all'inizio era per tutti, ora è per ricchi soltanto. E poi c'è il meraviglioso "parterre" di pietra dove in un tempo felice si faceva il cinema estivo, o forse a volte è stato fatto il teatro, ma da qualche anno chissà perché non si può più fare niente. E' stata una perdita enorme per i cittadini, perché era un appuntamento che valeva quanto il non doversi muovere da Cortona per tutta l'estate. Peraltro, se mai avessero voluto ricrearlo, in questi anni, quest'estate avrebbe funzionato benissimo visto che lì, sui gradini di quell'anfiteatro grande, di sicuro si potrebbe stare seduti distanziati e godersi finalmente i film che ci siamo persi da Febbraio in poi, o anche prima. Polemica? Polemica.
Il resto è il viale, questo viale che ho fotografato ieri come fosse stato un suo giorno di festa.
Il viale è aperto, ossia, non finisce in un punto in cui normalmente finiscono i giardini pubblici. Quel viale, volendo, arriva oltre la nostra collina, in Umbria e quindi a Roma e quindi ovunque. E noi lo amiamo.
Sapere che da oggi possiamo ripercorrerlo come ci pare, a piedi, in bici, correndo, camminando piano, è una delle poche cose certe di questo momento, e spero che faccia contenti tanti come ha fatto contenta me, ieri.
Le altre poche cose certe sono quelle che non siamo sicuri di aver capito. I bambini, diciamo non troppo piccoli, diciamo i ragazzini, possono uscire, ma solo distanziati. Ma possono uscire davvero o solo camminare a un metro e mezzo di distanza? E se si fermano a giocare a pallone, no vero? Se le adolescenti chiacchierano sedute su una scalinata? E le mamme? Mentre seguono quelli più piccoli sulle giostre, non possono sedersi insieme su una panchina vero, ovviamente a un metro e mezzo? Quali sono le poche cose certe in tal caso? Si può uscire solo per muoversi, giusto? Stare fermi, no, da quanto ho capito.
A me personalmente va tutto benissimo. Io starei ancora in casa, anche perché tanto ci hanno riaperto il Parterre e le uscite di casa consentite per noi lì sono oro, e poi siamo dei privilegiati rispetto a chi vive in postacci brutti dove andare a camminare può essere peggio che stare nella propria casa di 40 metri. Però ho paura che una volta che molliamo l'attenzione ricomiciamo da capo. Arriva uno da fuori, va a trovare i suoi, i suoi vanno a trovare altri, gli altri vanno a trovare altri ancora. Intanto si era dato per scontato che quello che è arrivato da fuori fosse estraneo al coronavirus. Ed ecco che si è ricominciato. Ma questa è una mia idea e non devo condividerla, soprattutto coi minimizzatori persino aggressivi, che ancora dicono che l'anno scorso sono morte molte più persone di influenza che quest'anno di coronavirus. Tra le poche cose certe c'è che anche il coronavirus può essere servito per sapere con chi potremmo andare d'accordo in futuro e con chi no.
Le poche cose certe sono un'idea che in questo periodo mi è diventata cara. Forse a molti.
Tra le poche cose certe c'è il fatto che sarà un'estate parca in tutti i sensi. Fatta davvero di poche cose. Ma forse tantissime dentro di noi. Se mi faccio una lista di cose possibili da fare, da avere, da imparare a gestire quest'estate, la divido in due: da una parte, in blu, ci metto la paura, la pena, la compassione, l'angoscia, il dolore per gli altri, l'ansia su come proteggere i nostri bambini, o i genitori anziani, per chi li ha. Dall'altra, in rosso, ci metto tutto il resto. E tutto il resto sarà poco ma sarà tantissimo. Per quanto mi riguarda saranno gli amici, che in questi due mesi non mi sono mancati, per il semplice fatto che ci sono stati lo stesso, ci siamo stati lo stesso. Quelli che si erano stufati di noi già da prima, o che ci ci avevano stufato già da prima, infatti non ci sono stati. Poi ci metto la voglia di fare tutte quelle cose che abbiamo potuto continuare a fare. Io sono fortunata perché mi piacciono davvero tanto i libri, (che solo da poco ho ripreso a leggere con un po' di concentrazione), i film, la ginnastica e le passeggiate, lo stare coi miei figli, e ora anche provare a studiare per il concorso scuola, forse, ammesso che riesca a ristudiarmi tutta la letteratura, la storia e la filosofia dell'umanità fino ad oggi. (Credece! Si dice a Roma, per dire lascia fa'!). Ma a ognuno piacerà qualcosa, da mettere nella lista delle cose belle di quest'estate semplice che tra poco la chiami ed è già arrivata. E a chi non piace niente? Va bene lo stesso, purché stia bene, in salute, non si rattristi, stia come può in compagnia, a un metro e mezzo di distanza. Le poche cose certe.
Anna Cherubini