L’Etruria

Redazione

Diario cortonese di questi giorni – 44

Festa della mamma e del sorriso.

Diario cortonese di questi giorni – 44

Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni e pensieri dedicati a tutte le mamme del mondo a partire da quella di Silvia Romano ritornata a casa proprio oggi. Grazie  Anna!

Diario delle MAMME E DEL SORRISO

Dedico questa pagina di diario di oggi a tutte le mamme che sono mamme dentro, e non importa se hanno partorito o meno.
Alle amiche senza figli che forse li avrebbero voluti ma qualcosa non glielo ha permesso. A quelle che anche hanno scelto di non averli, ma che hanno una maternità di cuore che in qualche modo le fa essere mamme lo stesso. Ho diverse amiche senza figli che i miei figli amano e sono in qualche modo mamme anche loro.
Poi dedico questa pagina di diario a tante altre.
Oggi in particolare, la prima mamma che mi viene in mente è quella che ha trascorso diciotto mesi aspettando il ritorno di sua figlia, con la paura che, chissà in che modo atroce, qualcuno potesse impedirle di rivedere quel sorriso immenso della sua Silvia. Quel sorriso che questa ragazza ha mostrato in ogni foto in cui compariva accanto a quei piccoletti per i quali ha rischiato la vita. Oggi finalmente questa ragazza magica atterra a Ciampino, che è l'aeroporto di certi ritorni di gente importante, anche di chi ha questo "strano gusto" (che "quanto ci è costato" "lasciamola lì dove è voluta andare"... ma andassero affanculo!), e questo cuore da gigante che a 23 anni ti fa volare lontano da casa per andare ad aiutare i bambini di certi paesi affamati.

Dedico questa pagina di diario alle mamme che in questo periodo hanno avuto figli dentro quelle stanze bianche e verdi piene di tubi, che a volte non sono tornati a casa. E alle mamme che, anziane loro, ammesso ne siano state in grado o glielo abbiano permesso, da quel posto bianco e verde coi tubi, hanno potuto salutare i figli soltanto con una telefonata. Forse sotto gli occhi di chi, bardato e imbottito di protezione, le teneva il telefono, e chissà quante volte ha dovuto voltare lo sguardo per non piangere davanti a lei.
E dedico la mia pagina di diario a tante altre mamme. A quelle che lo saranno a breve, che partoriranno al tempo del coronavirus. A quelle che in questi mesi sono state in case piccole e magari con poca luce, e magari con bambini piccoli. A quelle che sono dovute andare a lavorare ogni giorno con la paura, tornando a casa, di essersi prese qualcosa e rischiare di riportarlo ora ai propri figli, o alle proprie mamme anziane.
A quelle che tornando a casa dai lavori ospedalieri, chissà quante volte hanno dovuto rimettersi in quarantena e non poter abbracciare i propri bambini o i propri mariti. A quelle che hanno dovuto cenare in camera, chissà quante volte, con la cena che gli veniva lasciata nel corridoio, o sulla finestra, a distanza.


Alle mamme che ogni giorno lottano per far accogliere nel mondo, senza denigrazioni, pregiudizi, esclusioni, i loro "figli speciali" e ho delle amiche che sono queste mamme.
Alle mamme che ho incontrato tante volte al Bambin Gesù quando non c'era il coronavirus e potevo regalargli qualche ora del mio tempo. Ho visto tante mamme di loro in sovrappeso, oppure in sottopeso, perché i forti dolori alle mamme fanno sballare il ciclo. Ma anche quelle con il peso normale e la perfetta forma, in quel luogo hanno spesso il viso solcato dalla paura e dall'attesa troppo lunga di buone notizie. Dopo mesi di sonni su brandine scomode, aria viziata e tramezzini ospedalieri, accanto ai letti dei loro bimbi, o ragazzi più grandi, alcuni di questi coi tubi addosso per troppo tempo, sorridere non è facile. Eppure la maggior parte di loro le ho viste farlo, e dire grazie, nonostante tutto.

Ci sarebbero tante altre mamme a cui vorrei mandare un abbraccio infinito oggi. E' un così grande oltraggio alla vita sapere che un numero troppo grande di loro ha dovuto pagare questo titolo così bello, così tanto voluto, con la sofferenza di figli sofferenti, o di figli di cui non hanno più potuto sentire la voce o con cui non hanno più potuto incrociare lo sguardo. Quelle che hanno dovuto rinunciare per sempre al sorriso, alla telefonata in cui quel figlio o quella figlia ti dice "mamma!". Che solo a dirlo, resta sempre un frammento del nostro essere ancora bambini.


La mia mamma che in questa foto canta una canzone durante una strampalata cena di casa, è stata anche lei una di queste. Anche lei ha dovuto rinunciare a quella telefonata e quei sorrisi. Non c'è violenza più grande al mondo. E io oggi le penso e vorrei che alle mamme come lei, arrivasse un qualche dono di qualunque tipo, purché le facesse sorridere ancora.


E poi penso alle mie amiche mamme. A noi fortunate che da due mesi, nonostante tutto, abbiamo dei figli in casa che non si lamentano di niente e che si inventano ogni giorno qualcosa. Tipo, stamattina mi sono alzata e ho trovato questi due in salotto, si erano portati giù un materasso dalla camera di sopra per stare comodi e vedere serie televisive fino a un'ora della notte che non oso sapere. Ora sono qui davanti a me che ronfano, un pacco di biscotti finito tra di loro. Lo chiamano pigiama party, era sabato sera, sono andata a dormire e li ho lasciati nelle grinfie della tv. Pessima madre, ma questo si sapeva.


Dedico i miei pensieri alle mamme con cui abbiamo condiviso nascite, crescite, pomeriggi infiniti, festicciole noiosissime, pic nic, salotti coi giocattoli e merendine appiccicate al pavimento del salotto, ponnolini puzzolenti... "dallo a me, te lo butto io", come gesto di solidarietà quando una cambiava il proprio figlio e l'altra sapeva per esperienza quanto cazzarola puzzava la cacca dei bambini, anche dei propri, non ci raccontiamo favole che quella dei propri non puzza.  Alle mamme con cui abbiamo condiviso panchine del Parterre o giardini di Roma, sulle quali ci rompevamo le palle in modo esponenziale, aspettando che questi piccoletti finissero l'altalena o magari si scrociassero cadendo sulla ghiaia così a quel punto anche noi potevamo interrompere la nostra noia accorrendo con acqua, ghiaccio, disinfettante, cuore in gola e di nuovo sospiri di sollievo.
Dedico i miei pensieri di oggi a tante mamme. Alla mia in particolare, che dovunque si trovi spero ogni tanto canti ancora una canzone. A quelle delle mie amiche che quando mi incontrano mi sorridono e mi seguono anche qui, e io sento dai loro sorrisi il loro bene.

Anna Cherubini