Da lunedì 16 dicembre il Maec (Museo dell’Accademia etrusca e del Comune) espone in una delle sue Sale (come da foto di corredo scattate dall’accademico Maurizio Lovari) le opere artistiche di Evaristo Baracchi, donate dalla moglie Wilma Alari Baracchi e dai figli Gianni e Piero.
Si tratta di dodici statue e altri documenti che testimoniano la produzione artistica di questo nostro concittadino, che a pieno titolo è stato definito un “grande cortonese del Novecento”. Una donazione di cui chi scrive è stato onorato intermediario e curatore.
Evaristo Baracchi, morto nel 2014, è stato un uomo di cultura di elevato spessore ed interesse artistico, che ha illustrato Cortona con le sue opere di scultore,di pittore,di poeta e di umorista.
Ma chi era Evaristo Baracchi? Nato a Cortona nel 1923, Evaristo è stato non solo un artista, ma anche una personalità che ha dato molto alla scuola cortonese, alla nostra società locale e alla cultura nazionale ed internazionale come dimostra il Premio internazionale di cultura “Europa 1970”, conferitogli in Campidoglio. Per chi non lo ha conosciuto riporto alcuni passaggi di un mio articolo scritto su di lui per L’Etruria nel 2011quando era già gravemente ammalato e non usciva più di casa : (…)“La biografia di Evaristo è davvero immensa e qui non basterebbe questa pagina per raccontarla (per coloro che vogliono approfondire, rinvio al saggio di Nicola Caldarone, “Evaristo Baracchi, pittore-scultore-umorista”,Calosci editore,Cortona 1998).
Evaristo, prima della malattia, con la sua azione di professore, di preside, di artista e d’imprenditore ha attraversato con tanta positività tutto il Novecento cortonese.
Qui ricordo , solo a mo' d'indizio, che tracce del suo prezioso impegno culturale sono visibili non solo nelle opere d’arte che abbelliscono spazi privati e pubblici cortonesi (per citarne alcune: l’Angelo in bronzo, che domina piazzale di Cristo Re in Camucia; la statua di donna in terraccotta che accoglie gli utenti della Bpc a Terontola; la semiluna in terracotta sopra il portale del Museo Diocesano; il crocifisso al centro del Cimitero di San Martino; la lunetta in terracotta sempre nello stesso luogo; lo stendardo dipinto in onore di Santa Margherita per i terzieri di Peccioverardi, che vorremmo venisse presto acquisito al patrimonio del Maec), ma anche nelle tante pubblicazioni giornalistiche,accademiche che egli ha realizzato assieme ad importanti discorsi e conferenze tenuti in convegni e consessi nazionali ed internazionali, cui ha partecipato sia come studioso sia come dirigente scolastico sia come rappresentante della Banca popolare di Cortona di cui è stato Vicepresidente e, per lungo tempo, membro del Consiglio di amministrazione.
Noi dell’Etruria, come dicevo prima, siamo molto legati ad Evaristo Baracchi. Innanzi tutto, perché egli è stato con noi nell’avventura fin dal primo momento ed anzi fu il nostro primo progettista grafico.
Il direttore Lucente conserva infatti ancora, come cara reliquia, gli otto fogli del menabò da lui disegnato a matita per il nostro primo numero del 1976.
In secondo luogo per i suoi tanti contributi, ma soprattutto per le sue innumerevoli vignette di cui qui ripubblichiamo, come selezione d’omaggio, alcune che ce lo fecero soprannominare il Forattini- Giannelli cortonese.”(....)
Per coloro che vogliono saperne di più rinvio ai seguenti link: https://www.youtube.com/watch?v=40ZzZ2pc-Lk; https://www.letruria.it/download/3/2459_2014-09.pdf; http://www.ferrucciofabilli.it/evaristo-baracchi-poeta-e-artista-plastico-mi-mando-a-settembre-a-disegno/
Ivo Camerini