Ad Arezzo, martedì 17 dicembre 2024, ore 11.30, al Loggiato di San Donato, sagrato della Cattedrale di Arezzo (guardando l'ingresso del Duomo sulla sinistra), inaugurazione della Mostra"Il gusto del quotidiano". Saranno presenti, tra gli altri: il vescovo mons. Andrea Migliavacca e il presidente dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Mauro Conticini.
Si tratta di un evento culturale molto interessante, che ci ripropone riflessioni di vita molto attuali atraverso un viaggio nella bellezza del lavoro e della vita da San Benedetto ad oggi.
“È possibile vivere il lavoro all’altezza dei propri desideri? Da cosa può ripartire la creatività e la positività dell’uomo nell’affrontare la realtà, in un contesto di incertezza generalizzata?
Sono queste le domande che attraversano tutto il percorso della mostra, un viaggio immersivo e coinvolgente, che rilegge la crisi odierna a partire da un’altra grande crisi, quella conseguente alla caduta dell’impero romano d’occidente.
Senza che nessuno l’avesse pianificato, la rete di monasteri cristiani diffusasi a partire dal IV secolo e per tutto il medioevo, ha costituito la spina dorsale della rinascita spirituale, sociale, urbanistica e culturale dell’Europa, in ginocchio dopo la dissoluzione della struttura imperiale.
L’opera di bonifica sistematica, di innovazione nei processi di produzione agricola e manifatturiera, l’invenzione di tecniche originali in molteplici campi di applicazione, unite all’immenso lavoro compiuto nella salvaguardia e trasmissione del sapere antico, nello studio e nella ricerca, hanno costituito il knowhow, che la straordinaria rete di comunicazione in essere fra le comunità monastiche ha diffuso capillarmente fra tutti i popoli europei”.
Nell’attuale contesto di crisi mondiale, fra guerre, pandemie e incertezza sul futuro, c’è bisogno di riflessioni forti per muovere nuovamente l’uomo verso la costruzione di un futuro di esperienze di novità e di bene comune.
La mostra ci dice che oggi, come nei secoli passati del cristianesimo europeo, è possibile costruire “luoghi” generativi di humanitas cristiana, anche fra laici,che diano senso alla vita, al lavoro, al compimento di sé, al desiderare “di più” per metterlo a disposizione di tutti coloro che non hanno smesso di voler vincere e cacciare dal mondo terreno il “ serpente guizzante e tortuoso”, cioè il Leviatano.
Ivo Camerini