L’Etruria

Redazione

PARTHENOPE SORRENTINO NAPOLI

PARTHENOPE SORRENTINO NAPOLI

Sorrentino non ha sprecato l’amore per la sua Napoli invano, lo ha donato nella sua totale interezza nel suo ultimo film “Parthenope” proiettato al Teatro Signorelli di Cortona. Da Uomo e Regista maturo ha narrato la sua città attraverso la cura delle immagini, la sintesi dei dialoghi tra gli attori, le frasi pensate, la trasparenza dell’acqua di mare, la fotografia delle ville che si affacciano sul golfo, le pose dei corpi, gli sguardi.

Ha descritto le molteplici facce di una città secolare e cosmopolita ma che conserva prepotentemente la sua anima folcloristica che però fa sorridere i turisti e soffrire i napoletani.

Lui ha avuto il coraggio di dialogare direttamente con i suoi concittadini attraverso le parole che fa pronunciare nel film dalla Diva napoletana, la Divina per eccellenza. Il discorso uno sfogo magistrale. Non è piaciuto? A chi? Perché? Sono state parole dettate dal cuore di Sorrentino, dalla sofferenza nel riconoscere il dramma dello sfruttamento della povertà, della prevaricazione nei confronti dei deboli, della prostituzione, della debolezza degli animi, delle fragilità con l’accettazione che questo sia folclore.

Macché grida Sorrentino e lo fa per chi non può permettersi di farlo perché prigioniero della sua Miseria. Il film Parthenope è un atto di generosità per la sua città natale.

Sorrentino invita tutti i napoletani a non consentire di essere trattati male, ma di farsi rispettare e valorizzare perché se non lo facciamo noi stessi per primi, chi mai lo farà per noi? Bravo Sorrentino una bella lezione sociale di grande umanità.

Le metafore e i simbolismi sono di facile lettura e gli sono occorsi per lasciare allo spettatore l’interpretazione della sua lirica. Non è retorico e non gigiona. Sorrentino è franco e coraggioso, sofisticato, intelligente e schietto e l’ipocrisia non è di quest’opera. Cura magistralmente i primi piani degli attori che dialogano a “tu per tu” con le persone in sala, con te, si proprio con te che lo vedi comodamente seduta in poltrona!

Napoli ha la luminosità e il calore del sole catturati nelle sue ceramiche, peccato che quella magia non arriva nei bassifondi e quando li ritrae con lo scorrere dei fotogrammi, abitazioni di sopravvivenza umana, lui non lo fa per umiliare i napoletani, ma per denunciare, lui che può, proprio come Primo Levi lo fece per Matera riguardo la condizione inumana degli abitanti nei Sassi negli anni “50, solo che ora siamo nel 2024!

Ha audacia, ardimento la sua poesia, nuda, cruda, vera, ha sofferto per far emergere tutto ciò, per lui ha avuto il valore di un parto. C’è Odio per l’inettitudine ma c’è l’Amore viscerale per la sua città natale.

Ha curato la bellezza della giovinezza ed espresso il suo delirio di onnipotenza attraverso le più intime gestualità. La scoperta del mondo, il momento della riflessione, gli incidenti che rompono equilibri e riscrivono le storie di una famiglia. La nuova consapevolezza per l’assorbimento dell’esperienza, le scelte, l’ultima maturità. Un Carosello di Sentimenti Umani anche dei più strani ma reali.

Ha scolpito come uno scultore il film Parthenope che è il diario della sua vita, il vissuto di uomo napoletano che non accetta le contraddizioni feroci che gli sono offerte, una vita affascinante quanto drammatica, una vita da film.

Chi va al cinema a vedere Parthenope si regala un momento prezioso.

Oggi andare al cinema per vedere un filmetto standard non ha senso perché i canali televisivi, tutti, ne trasmettono di belli e avvincenti. Il cinema oggi deve saper donare allo spettatore la teatralità di un racconto attraverso la tecnica più moderna del cinematografo, diversamente è noia, non ci sono stimoli, si torna a casa senza un arricchimento personale. Criticare è crescita di pensieri nuovi e Parthenope ne dona molti e tu Napoli fai pace con Sorrentino.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®