«Nell’amministrazione pubblica, come nella vita, ci sono giornate buone e giornate meno buone, quella di ieri per il nostro comune è stata una giornata non bella. C’è stato un errore, un brutto errore, è stato un mero errore materiale. Ma qui non facciamo il giochino di una volta, quando ci si prendevano i (pochi) meriti e si scaricavano su altri, anche sui lavoratori del comune, le responsabilità degli errori. Oppure peggio, quando si faceva capire che era andata così.
Io qui sono come l’allenatore di una squadra e mi prendo meriti e demeriti, mi faccio carico di queste responsabilità e quindi di fare un chiarimento nei confronti dei concittadini oltre a porre in essere tutte quelle azioni affinché errori del genere non si ripetano. Per quanto accaduto chiedo scusa a nome dell’amministrazione che rappresento, quello che invece respingo è il giochino politico che ci sta dietro. Il capogruppo della minoranza ogni volta che c’è un problema (tecnico/politico) chiede le mie dimissioni, secondo me se le sogna la notte, ancora non si dà pace per aver perso il comune dopo 72 anni di governo della sua parte politica. Voglio fare in modo che superi questo incubo e che torni a dormire sonni tranquilli. Gli chiedo però di comportarsi correttamente, visto che è un consigliere comunale, ovvero pubblico ufficiale. Egli ha pubblicato un post su Facebook, generando ulteriore curiosità e pubblicità sull’atto esposto, prima che gli uffici fossero in grado di rimuoverlo definitivamente. Invece di comportarsi responsabilmente ha preferito pubblicare il post alla stessa ora in cui ha inviato la pec al Comune. Il capogruppo della minoranza, visto che non è nuovo alla macchina amministrativa cortonese, dovrebbe conoscere il funzionamento degli uffici e il meccanismo di pubblicazione degli atti. Un procedimento a carico di persone che possono sbagliare, come tutti gli esseri umani. Basti ricordare gli errori tecnici avvenuti durante la precedente amministrazione, alcuni dei quali sono costati diverse decine di migliaia di euro ai cortonesi».