L’Etruria

Redazione

“Che io sia nato per rimettere a posto il mondo?”

L’introduzione di Ivo Camerini all’incontro del 30 marzo scorso del Vescovo Andrea e del Vescovo Italo con i giovani di Cautha

“Che io sia nato per rimettere a posto il mondo?”

Buona sera e benvenuti a questo incontro che è , ma non solo, un gelato con Andrea ed Italo.

Cari e amati “vescovi cortonesi”( nell’anno della storica ricorrenza dei settecento anni di nascita di quella che è stata un’istituzione importante , decisiva per la nostra piccola patria: l’ex-diocesi di Cortona; per questa serata tra i giovani, questo appellativo si vi si addice) sono lieto ed onorato di presentarvi la “meglio gioventù” cortonese e della Valdichiana.

Si, la migliore gioventù, perché oggi i ragazzi e le ragazze di Cautha sono il presente e il futuro della nostra amata Cortona. Per come li ho conosciuti, loro sanno bene che non c’è futuro senza passato e che le radici forti ed antiche della nostra piccola patria sono essenziali per costruire un domani migliore dell’oggi.

Un oggi nuovamente difficile e dal tempo fuori dai cardini come ci ha insegnato Shakespeare. E a me che  ho seguito per L’Etruria la loro nascita ed azione in Cautha, fin dal loro primo mettersi in associazione, mi è sembrato che con il loro fare, con i loro progetti a servizio della comunità, questi giovani si portino dentro nell’anima l’impegnativo interrogativo di Amleto: “ che sia nato per rimettere a posto il tempo e il mondo?”.  E, per quanto ho dialogato singolarmente con alcuni di loro, ho capito che sanno anche che la risposta non è nella ricerca del “kratos”, cioè del potere, ma nella ricerca dell’ “ethos”, cioè della rivoluzione morale e culturale vera.

E per vera, intendo un camminare nel grande, profondo solco della tradizione cristiana. Infatti come ci ha ricordato molto bene Pier Paolo Pasolini in un suo bel film, il primo rivoluzionario  della storia umana che viene messo a morte atroce, perché con il suo messaggio di cambiamento disturbava il potere costituito, fu Gesù Cristo. Quel Gesù che proprio in questi giorni di Quaresima i cristiani ricordano nelle chiese ed in famiglia per prepararsi alla celebrazione della Pasqua.

Cari giovani di Cautha, come diceva la mia mamma, siamo tutti figli di Dio , ma , come dice in una sua canzone Glauco Mauri, “ tutti i figli di Dio hanno le ali” per camminare leggeri e per realizzare veloci i loro buoni progetti.

L’incontro di questa sera, che senz’altro possiamo definire come “dialogo informale, senza protocolli e intergenerazionale delle traiettorie dell’anima”, è un piccolo, importante momento di confronto che ci fa crescere insieme, giovani e diversamente giovani, perché ai vostri sorrisi giovani ed interroganti risponderanno i sorrisi rassicuranti e sinceri di due “Buon Pastori” come Andrea ed Italo.

Prima di dar loro la parola desidero aggiungere però ancora un pensiero di augurio di buon lavoro a voi, ragazzi e ragazze di Cautha, che con la vostra preparazione culturale, umana e civile avete preso a camminare sulla strada non facile del cambiamento dal basso della nostra piccola patria. 

Lo faccio con il ricordo personale di quando nel lontano 1973, dopo quattro anni di lavoro e studio universitario a Roma, tornando dai miei genitori , nella montagna cortonese dove ancora si viveva in case senza luce elettrica, senza bagno e senza acqua, diedi loro la notizia che mi ero laureato alla Sapienza di Roma.

Babbo sorrise felice e, dopo un radioso “ bravo, ma ricordati che  i soldi non fanno la felicità”, tornò subito al suo lavoro nei campi. Mamma, che non sapeva né leggere né scrivere, invece, abbracciandomi, mi disse: “ bravo, ma ricordati di essere sempre una persona onesta, cerca sempre di tenere di conto la nostra umanità di poveri cristiani e alla domenica di andare sempre alla chiesa per curare la tua anima”. 

Queste parole mi hanno accompagnato sempre nel mio modesto e semplice cammino di professore, di giornalista e di sindacalista e politico di base o di seconda linea come si diceva un tempo. Ho cercato di fare le mie piccole battaglie senza mai pensare ai soldi e spero di aver mantenuto sempre la fede semplice, ma bella dei miei genitori, cristiani poveri, ma ricchi d’anima.

Ecco allora a voi giovani , che avete ben presente che il tema della vita, della condivisione del quotidiano non deve essere mai quello dei soldi, del successo, ma quello di essere persone perbene e oneste, di far star bene la propria anima e che siete ben coscienti di essere davanti alla richiesta di rimettere nei cardini il tempo e la società umana, il mio augurio è questo: cercate di aver cura della vostra anima, di essere sempre persone perbene, oneste, leali, franche e affascinanti per rendere migliori la nostra Cortona e il mondo. E visto che avete iniziato una buona navigazione, continuate ad andare in mare aperto, senza mai rinunciare a remare contro corrente .

Ivo Camerini