Martedì 14 novembre 2023, tutta la Val di Loreto e tantissimi amici cortonesi, nel bel Santuario della Madonna degli Angeli a Mezzavia, si sono stretti attorno ai familiari per dare l'ultimo saluto cristiano a Giuseppe Pelucchini, che, a settantadue anni, è stato chiamato alla Casa del Padre.
Giuseppe, persona buona, amico di tutti e amante della natura cui ha dedicato un'intera vita di lavoratore instancabile , era nato a Cantalena nel 1951 e si era trasferito a Mezzavia in seguito al matrimonio con la moglie Gloria Lucioli, con cui si era sposato proprio nel Santuario della Madonna degli Angeli.
Molto attento alla scenotecnica e fruibilità del verde, sia pubblico che privato, Giuseppe con la sua sapienza di montanaro cortonese, con la sua empatia di contadino attento ai cambiamenti sociali di fine Novecento e primi decenni del Duemila, ha saputo creare dal nulla una importante impresa familiare della manutenzione dell'ambiente verde, che da circa un decennio ha trovato eredità e guida sicura nelle esperte mani del figlio Francesco.
Un male incurabile l'ha tolto prematuramente all'affetto dei suoi familiari ed amici, ma (come ha detto don Severe Bokaka, nell'omelia della Santa Messa Solenne, che ha benedetto la "pasqua", cioè il "pesah", il passaggio dalla terra al cielo di Giuseppe) Giuseppe è ora nella gloria di Dio grazie alla sua testimonianza di fede, di babbo, di marito, di nonno e di lavoratore cristiano, che ha saputo sempre accogliere il suo prossimo e condividere il suo saper fare e saper essere con la comunità in cui ha vissuto il suo pellegrinaggio terreno.
Personalmente lo ricordo come un caro amico sempre gioioso e attento ai valori di un'amicizia semplice, vera, rispettosa e sincera che ci univa fin dagli anni della nostra infanzia e adolescenza. Lo ricordo come una persona molto attaccata ai valori della civiltà contadina cristiana di Borgo Mezzavia e di Borgo San Pietro a Cegliolo, dove fu sempre attore attivo, di sostegno concreto alle iniziative del grande parroco contadino don Ferruccio Lucarini, cui regalava molto volentieri il suo aiuto soprattutto nelle feste patronali e in quella straordinaria festa che per quasi cinquant'anni fu la sagra paesana simbolo della Val di Loreto: la ciaccia fritta dell'otto dicembre, che lo vedeva cuoco e fuochista orgoglioso alla padella più grande del mondo.
Ho ancora negli occhi la sua gioia e il suo sorriso di approvazione quando nel 1993 don Ferruccio mi chiamò a dare un palcoscenico provinciale, regionale e nazionale a questa festa paesana con l'innesto del mio Premio della Poesia in Dialetto Chianino e con il Premio annuale della Civiltà Contadina.
Dal 1993 fino all'ultima edizione del 2018, ogni otto dicembre, Giuseppe è stato un caro, fidato amico non solo di don Ferruccio , ma anche mio nell'organizzare quella giornata di festa e di cultura popolare. Il suo sorriso e "ciao" serale era per me il segnale che tutto era andato bene e che la manifestazione aveva avuto successo.
Quante belle, schiette chiacchierate sul mondo e sulle nostre famiglie e sui nostri figli (e anche sul suo passato di paracadutista della Folgore di cui andava davvero orgoglioso, così come era fiero delle sue origini montanare o montagnine ) in quelle giornate della Festa dell'Immacolata a San Pietro a Cegliolo!
Caro Giuseppe, nell'affollatissimo Santuario di Mezzavia,martedì 14 novembre ho voluto esserci anch'io a salutarti. A darti ancora una volta il mio "ciao" nella tua partenza per il viaggio alla Gerusalemme Celeste. Un viaggio che rimane pur sempre misterioso anche per chi come noi ha la fortuna di portare nell'anima la fede insegnataci da piccoli dalle nostre mamme della montagna cristiana di una volta.
Ciao, Giuseppe! Che la terra ti sia lieve. Soprattutto: Buona strada nelle eterne praterie della Gerusalemme Celeste , dove "possa la strada alzarsi per venirti incontro, / possa il vento soffiare sempre alle tue spalle,/ possa il sole splendere sempre sul tuo viso".
Alla mamma Dina, alla sorella Anna, alla moglie Gloria, alle figlie Tamara e Michela, al figlio Francesco, agli amati nipotini e ai parenti tutti le cristiane condoglianze del nostro giornale,assieme a quelle mie personali.
Ivo Camerini