In riferimento all'articolo pubblicato il nove marzo e intitolato "Teverina Bassa? No profondo Burundi" , ci ha telefonato la signora Giuliana Boenzi , che ci ha reso questa testimonianza, che molto volentieri pubblichiamo integralmente.
L'Etruria è un giornale libero che dà sempre la parola a tutti, naturalmente senza giudicare mai e sempre virgolettando ciò che ci viene detto o inviato.
Ecco quanto ci ha detto nella telefonata la gentilissima signora Giuliana.
"Vivo a Teverina dal dicembre 2019 . Ho trovato un posto che è un paradiso . Un posto Bellissimo. Soprattutto ho trovato gente accogliente e discreta e che ti dà sempre una mano se ne hai bisogno e se non riesci a non essere invadente. Questo è quanto di meglio si possa chiedere alla MONTAGNA. Mi sento civile, così come trovo civili nella loro cortesia e affidabilità la gente di Teverina. Io conosco la signora di cui avete raccolto lo sfogo e mi duole molto sentire la sua amarezza . Io mi sono comportata bene con lei, così come altri miei parenti . Mi dispiace per le sue disavventure,soprattutto per ciò che è accaduto ai suoi cagnolini. Una cosa di una disumana povertà di anima. Però definire gli abitanti di Teverina gente del Burundi, che ha bisogno di essere civilizzata sinceramente mi fa dispiacere, perché a Teverina io sto bene ed ho avuto con Teverina un amore a prima vista. Mi piace la quiete, il sole, la neve di Teverina e soprattutto mi piace la sua gente. Certamente ognuno ha il suo angolo buio e mi dispiace per il dolore della signora. Ma qui siamo tutte persone per bene e voglio testimoniare che Teverina non è un brutto posto. Tutt’altro. Teverina è molto bella e si vive molto bene. Una cosa che invece è molto brutta è la strada provinciale che è priva di segnaletica orizzontale e di notte e in caso di nebbia è molto pericolosa. Approfitto dell’Etruria per segnalare questo problema di viabilità stradale".
Sottolineando che nell'articolo relativo alla signora Lucia non si fa alcun nome di persona, ancora un grazie sincero alla signora Giuliana per questa testimonianza.
Ivo Camerini