Il 15 febbraio , nella festa mariana per eccellenza di Arezzo e dell’intera diocesi aretina, con la Santa Messa celebrata dal vescovo, Mons. Riccardo Fontana, si aprono gli Stati generali della nostra Chiesa locale. Il Sinodo diocesano, indetto dal vescovo Fontana al termine dell’Anno giubilare della Misericordia, infatti, ha terminato i suoi lavori preliminari ed eletto tutti i delegati sinodali dell’ampio territorio diocesano, che dal 1986 ha visto aggregarsi in unica realtà le ex-diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro. Tutti i sinodali, compresi quindi anche i sacerdoti e i laici cortonesi che sono stati eletti a questo straordinario parlamento costituzionale della nostra diocesi, parteciperanno alla celebrazione eucaristica delle ore diciotto per entrare nella loro alta funzione di costituenti della nuova pastorale e struttura organizzativa della vita comunitaria diocesana rinnovando la loro professione di fede, a norma del diritto canonico e dello specifico Regolamento Assembleare emesso dal vescovo Fontana il 14 dicembre scorso.
Partecipano al Sinodo diocesano membri di diritto (come il vicario generale, i vicari episcopali e foranei, il priore di Camaldoli e titolari di altre cariche religiose apicali), sia membri eletti dal popolo diocesano. Tra questi ultimi ci sono anche alcuni laici cortonesi.
I lavori del Sinodo si articoleranno in Congregazioni generali, che di norma si terranno nella Chiesa di San Domenico in Arezzo, in Assemblee pubbliche, in Circoli maggiori e Circoli Minori.
I lavori avranno come base di partenza per la discussione e la redazione del documento finale l’Instrumentum Laboris. Cioè un volume pubblicato appena un mese fa in Arezzo con lettere introduttive del Vescovo S.E. Mons. Riccardo Fontana e contenente tutte le varie riflessioni emerse nel dibattito preparatorio svolto nel corso del trascorso anno 2017. Il volume è già stato consegnato ad ogni sinodale assieme al Regolamento assembleare emesso con decreto del vescovo del 14 dicembre scorso.
Nel volume ci sono tante riflessioni che mettono i sinodali in condizione di vivere davvero in pienezza di fede, scienza e coscienza la loro funzione storica cui sono stati chiamati, anche se, come richiama l’amico e collega professore Don Antonio Bacci, nel suo articolato e prezioso contributo intitolato “Paesi e Parrocchie”, la nostra Chiesa locale non è più allo “splendore del Sinodo Mignone del 1935”. E, aggiungiamo noi cortonesi con la dovuta umiltà e riverenza all’oggi, neanche allo “splendore” del Sinodo Franciolini del 1936.
Tuttavia, al di là della nobile, indispensabile “memoria attiva”, non si può non essere d’accordo con quanto afferma Bacci: sempre la Chiesa cerca ed “ha cercato di organizzarsi nel modo più adatto al suo tempo” e che le sfide dell’oggi chiedono ai sacerdoti di “uscire dalla sacrestia” e ai laici di assumersi “le responsabilità ministeriali” del Battesimo e dei doni conferiti ad ognuno dallo Spirito Santo. Naturalmente ben sapendo, come sottolinea ancora il professor don Antonio Bacci che “ Cristo vive nella storia e che è Lui che fa germogliare il seme sparso dai seminatori della sua Parola”.
A tutti i membri di questa Assemblea sinodale, della cui importanza e portata decisiva per il futuro della nostra Chiesa locale anche noi cortonesi siamo ben consci, pertanto l’augurio fraterno e “toto corde” di “buon lavoro” da parte di tutto il giornale L’Etruria.
Ivo Camerini