Ho visitato al MAEC di Cortona le nuove sale dedicate al pittore cortonese Gino Severini. E’ stato realizzato un ottimo lavoro che ha valorizzato l’importante capitale artistico del Maestro, preesistente nel museo.
La figlia Romana Severini, legatissima al nostro territorio, ha curato con Daniela Fonti il restyling museale, ovviamente appoggiate dall’intero “staff dirigenziale“ del MAEC.
E’ una mostra che rilascia una bella esperienza oltre che di gusto artistico anche storico.
Le curatrici e la Severini in primis, con le personali testimonianze familiari, hanno ideato e seguito la produzione di un interessante docufilm che percorre l’intera vita del Maestro, nato a Cortona il 7 aprile 1883 e morto a Parigi il 26 febbraio 1966.
E’ un documentario molto chiaro e utile per conoscere la carriera del Pittore vissuta in un contesto storico che poco si studia a scuola sempre per “mancanza di tempo” e che si può visionare comodamente seduti nella sala Medicea del MAEC. Il Maestro apparteneva alle generazioni che hanno vissuto in Europa i due conflitti mondiali, l’Olocausto e le grandi trasformazioni sociali. Al tempo in Europa governavano monarchie e dittature e i concetti di democrazia erano a dir poco rivoluzionari.
Non vi annoierò con descrizioni dettagliate e nozionistiche legate alla vita di Gino Severini, seppur sarebbero necessarie però per comprendere come la Politica del Dopoguerra abbia penalizzato questo grande artista oscurando il suo operato per molto tempo, poiché parte del suo successo era avvenuto nell’epoca fascista. Per fortuna quel periodo è passato e la grande produzione artistica di Gino Severini viene ora riapprezzata perché aveva coniugato con naturalezza le culture nuove che si respiravano tra l’Italia e la Francia: il Divisionismo, il Futurismo, il Puntinismo, il Cubismo, fino al periodo neoclassico con influenze metafisiche. L’osservatore può ammirare con quanto coraggio Severini abbia percorso le migliori avanguardie, compresa quella dell’Arte Moderna e, in ultimo, si è rilevato profondo interprete di una nuova iconografia religiosa. Con la tecnica del mosaico, riesce a esprimere quanto l’amore per l’arte gli catturi l’anima. Le magnifiche edicole che raccontano la Via Crucis e il San Marco posto sulla facciata inferiore dell’omonima Chiesa ne sono la testimonianza più bella. Attraverso i soggetti religiosi esprimeva la sua ambizione di essere un semplice cristiano.
Le proiezioni che vengono trasmesse in una delle Sale Severini ci raccontano invece la sua alta e meravigliosa produzione di Arte Creativa.
Sono Oli e Tempere, Opere Maestose conservate nei musei sparsi in tutto il mondo, che bucano lo schermo e, nonostante siano solo fotogrammi, rilasciano Energia Colorata! Gli effetti della luce sono nell’aria e il Colore, per lui, Canta e libera la sua esplosiva fantasia, il vivo motore di ricerca per la sua Arte. Qui il genio si svela nella sua sfolgorante bellezza. Ogni apparizione sembra possedere una propria colonna sonora. La proiezione è un vero e proprio concerto musicale con la Sinfonia, un Adagio, un Allegro e un gran Finale.
Nella mostra è presente un autoritratto a matita di Severini. Lo sguardo è magnetico e vibrante. Lui ti guarda e sembra chiederti: “io mi sono spiegato e tu che ne dici?” Impossibile non sorridergli e non ringraziarlo per la sensibilità esposta in questo autoritratto, Lui si mostra pensieroso, ma non vulnerabile e cattura la tua attenzione.
In passato è capitato anche a me di studiarmi di fronte ad uno specchio per autoritrarmi con la matita e quello che provavo approfondendo il disegno era un progressivo distacco dall’immagine che avevo di fronte.
Me stessa, quell’essere difronte a me dopo un po’, non ero più io.
Chissà se anche lui ha provato allora la mia stessa sensazione. Certo si è osservato ed allora, illusoriamente, ho cominciato a dialogare con il suo sguardo chiaro … Il suo segno è puro e non compie artifizi.
E’ estremamente affascinante e rivelatore studiare il tratto a matita di un Maestro perché comprendi il suo cuore. Dal segno intuivo che per Severini la consapevolezza di essere un Vero Artista non lo aveva mai reso egocentrico rispetto ai suoi cari.
Era un Marito, Era un Padre, Era un Amico.
Ancor oggi i cortonesi lo ricordano come una persona molto cordiale.
Severini ritraeva i soggetti familiari con amore, riflessione e attenzione, penso si creasse degli scrupoli nei loro confronti, che riservasse celato agli osservatori lo strato più profondo dei soggetti, non voleva svelare proprio tutto.
Il capolavoro del classicismo severiano è testimoniato dalla notissima e tenera Maternità del 1916 nella quale è descritto il sentimento più antico del mondo, quello che esprime una mamma mentre allatta il suo piccolo.
Era un uomo che cercava la pace per se e per il suo prossimo. Erano sue le parole: “in Dio un riposo, in Cristo una guida, nella Chiesa un sostegno”.. Molti dei suoi capolavori, ci appaiono ora di stile classico, ma al tempo non doveva essere così. Immaginiamoci nel secolo scorso come poteva essere interpretato lo studio al MAEC del “Pulcinella Arlecchino e Colombina in Concerto” nei volti dei personaggi imprimeva il fiato metafisico che anche De Chirico esprimeva nei suoi manichini con altre quinte teatrali.
Al MAEC vi sono pastelli e tempere, una raccolta di creazioni cubo-futuriste, dove sarebbe riduttivo riconoscere solo delle creazioni decorative perché in essi si avverte il passaggio di un treno, l’odore del pesce, il ronfare di un gatto, il piroettare di una danzatrice.
Severini studiava architettonicamente il suo percorso di avanguardia che sceglieva, esaminava la tradizione e il vissuto di un oggetto, poi lo scomponeva scientificamente, ma senza dissacrarlo e ciò era necessario per far rinascere quel soggetto a nuova vita.
Il Potere Creativo lo restituiva visto da una nuova angolazione.
Mentre studiavo le sue opere mi sono chiesta più volte, se prima fosse nata in lui l’intuizione matematica o la fantastica nuova visione d’insieme.
Nel Maestro si saldano rigore ed originalità, passato e contemporaneità. Il talento, l’efficienza ed il successo sono racchiuse nella sua vita.
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®