Oggi 19 agosto 2023 si celebra in tutta Italia il sessantanovesimo anniversario della morte di Alcide Degasperi, uno dei fondatori della Democrazia Cristiana e della nostra Repubblica democratica, nata dalla lotta di resistenza al nazifascismo. Nella sala Landino del Monastero di Camaldoli, nell'estate 1943, alcuni intellettuali cattolici prepararono un manifesto di valori etici e di politica sociale ed economica (Codice di Camaldoli), che poi affidarono ad Alcide De Gasperi. Degasperi, che , nel marzo dello stesso anno, in casa Spataro a Roma, aveva presentato le sue "Idee ricostruttive della Dc" poi concretizzò questi principi nella ricostruzione democratica dell'Italia, attraverso l'azione condotta nel partito della Democrazia Cristiana. Ad ottant’anni da quell’evento semiclandestino, l’Italia cattolica e laica di oggi,nel luglio scorso, con la presenza dello stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è ritrovata a Camaldoli per rileggere e riflettere su quel codice sociale, economico e politico. Tra i partecipanti anche il nostro amico Mauro Conticini di Bibbiena, che , da oltre quarant’anni, è un appassionato esponente del cattolicesimo democratico aretino in campo politico, sociale e culturale. A lui il nostro grazie per la sua bella ed interessante “cartolina”, che ci ha inviato per ricordare anche a Cortona e dintorni, in maniera valoriale,i principi che costruirono la nostra Repubblica nel sessantanovesimo anniversario della morte di Alcide Degasperi , avvenuta il 19 agosto 1954. ( IC )
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“Il Codice di Camaldoli – tra mito e storia, una vicenda ricolma di futuro”. Con queste parole gli organizzatori hanno dato appuntamento – nell’ottantesimo del Convegno del 1943 – dal 21 al 23 luglio scorsi a Camaldoli: traspariva già nell’invito non solo la solennità dell’evento, ma anche lo spirito che lo animava. Non era sufficiente la voglia di celebrazione e di approfondimento storico, ma occorreva cogliere l’occasione per guardare avanti, senza paura e con la consapevolezza che il mondo cattolico, ma non solo, può trarre ancora ispirazione dalla rilettura attualizzata di quelle idee e di quei valori nell’unico interesse della persona e della comunità cui appartiene.
I relatori (un numeroso e qualificato gruppo di docenti universitari) non si sono sottratti a questa sfida e, con grande competenza, hanno sviluppato gli aspetti loro assegnati non mancando mai di provare a ricollocare nel nostro tempo gli stimoli che derivano dal lavoro di questo gruppo di intellettuali cattolici e che si possono ritrovare - pur senza una trasposizione diretta – nella nostra Carta costituzionale grazie all’attività degli eletti della Democrazia Cristiana all’Assemblea costituente.
Di particolare interesse l’introduzione del vescovo Migliavacca che ha spronato la comunità cristiana ad un rinnovato impegno nella formazione socio-politica traendo ispirazione anche dai valori del Codice e la prolusione del Cardinale Zuppi, presidente della Cei : “Non si cerchino alibi, la visione dei cristiani in politica è un antidoto alle tossine che inquinano la democrazia”. Da lui anche un forte richiamo alla necessità che anche oggi la politica trovi solide basi nella cultura.
La presenza del Presidente della Repubblica non è stata solo un pur importante atto formale. Mi piace sottolineare come il Presidente Mattarella si sia autorevolmente inserito nelle tematiche del Convegno con un Suo scritto pubblicato da “ToscanaOggi” (settimanale dei Vescovi toscani edizione del 23.07.2023) nel quale richiama come il convegno di Camaldoli del ’43 - insieme ad altri contributi del tempo – sia stato in grado di spiegare “tutta la sua forza sia come tappa di maturazione di quello che sarà un impegno per la nuova Italia da parte del movimento cattolico, sia come ispirazione per il patto costituzionale che, di lì a poco, vedrà impegnati nella redazione le migliori energie del Paese”.
La celebrazione della messa domenicale - presieduta dal Cardinale Parolin, Segretario di Stato Vaticano – ha certamente richiamato la continuità dell’impegno dei cattolici sia sui grandi temi come la centralità della persona, della difesa della pace sia sull’impegno nella quotidianità della vita.
E’ fuori dubbio che gli estensori del cosiddetto Codice di Camaldoli, così come gli intellettuali cattolici di allora, seppero guardare al futuro: furono capaci di disegnare una nuova idea di Stato, delle relazioni internazionali in controtendenza, di immaginare l’Europa unita nonostante i danni della guerra, di basare tutto sulla democrazia. Ciò fu possibile per la positiva combinazione di valori, cultura e spirito di servizio. Il convegno del luglio scorso ci sprona a recuperare – ovviamente tenendo conto della diversità di contesto – quel medesimo approccio.
Mauro Conticini, 19 agosto 2023