In San Domenico di Cortona il 15 novembre , nonostante il grave momento della pandemia Covid, si è tenuta una Santa Messa in memoria di Francesco Cenci, chiamato un anno fa alla Casa del Padre.
La Cortona cristiana, nel rigoroso rispetto delle ultime norme civili emanate dal Governo, si è riunita in preghiera per ricordare un uomo, una persona che tanto ha dato nel Novecento alla vita sociale, religiosa e civile delle terre cortonesi.
Francesco Cenci è stato, infatti, un imprenditore agricolo cortonese di notevole importanza, ma anche un politico e dirigente di associazioni cristiane, che tanto hanno dato allo sviluppo e alla crescita economica e culturale di Cortona e dei cortonesi nel secolo scorso. Un cristiano che, seppe farsi cortonese tra i cortonesi, dopo che il padre negli anni 1960 immigrò in Pietraia, con la sua numerosa famiglia, provenendo dal mondo cattolico del Nord-Italia.
Come ha ricordato, a mo’ di introduzione alla Santa Messa e con visibile commozione, Fabio Comanducci, a nome degli Scouts cortonesi, di cui Francesco fu uno dei fondatori, egli è stato un testimone, un protagonista infaticabile della Cortona cristiana costruita e guidata da Don Antonio Mencarini nel Novecento e agli inizi del XXI secolo.
Sotto la guida dell’indimenticato ed indimenticabile Don Antonio Mencarini, chiamato alla Casa del Padre nel 2013, ha sottolineato Fabio Comanducci, Francesco Cenci ha sempre tenuta alta la bandiera del Vangelo, anche nella cosidetta “risacca ” degli ultimi otto-dieci anni.
Per noi de L’Etruria poi, Francesco è stato un amico e un fratello che, nei suoi anni da pensionato attivo, mai ha fatto mancare il suo contributo volontario di correttore delle bozze e di organizzatore dei convivi annuali della festa dei giornalisti cortonesi. Anche per questo abbiamo partecipato con cuore memore a questa Santa Messa in suffragio e, indegnamente, pregato il Signore aggiungendo, nel silenzio del cuore, la richiesta che il suo esempio di innamorato della stampa d'ispirazione cristiana dia buoni frutti tra i giovani cortonesi di oggi e di domani. Infatti, dal direttore Lucente a tutta la redazione,ci sentiamo, ancora come un anno fa , accanto alla moglie,alle figlie, alla sorella e ai parenti tutti.
La Celebrazione Eucaristica Solenne è stata guidata dal parroco di Cortona don Giovanni Ferrari, da don Ottorino Capannini e presieduta da S. E. Mons Italo Castellani, arcivescovo emerito di Lucca, tornato, da oltre un anno, a vivere nella sua e nostra Cortona.
Nella omelia, l’Arcivescovo ha rivolto un invito fraterno a non dimenticare la testimonianza cristiana di Francesco e a far si che il suo esempio di fondatore, con don Antonio Mencarini, degli Scouts cortonesi sia una bandiera anche per il non facile oggi e, soprattutto, per il nuovo cammino iniziato da alcuni mesi dagli scouts cortonesi. Scouts che sappiamo hanno accolto con gioia e gratitudine l’assistenza e la guida del pensionato monsignor Castellani, esempio concreto e positivo di un mondo di anziani che non ci sta a farsi confinare nella riserva dello “scarto improduttivo” , auspicato e spesso tragicamente voluto, da troppi politici odierni, non solo a livello italiano, ma mondiale.
Un arcivescovo che, al termine della sua istruttiva omelia sui “talenti che il Signore dona a ciascuno di noi e da investire bene,senza paura” e sul “genio femminile” ( temi delle sacre letture scelte per questa celebrazione e preghiera comunitaria in memoria di Francesco) ha rivolto a tutti il forte invito ‘headline’ dell’Opera San Francesco: “Siate egoisti, fate del bene!” . Aggiungendo: “ Mai avere paura di fare del bene. Quando si fa del bene, si fa innanzitutto a noi stessi”.
Un arcivescovo emerito, insomma, in grande forma e al quale ,oggi che è tornato a vivere nella sua Cortona ‘popolare’ di Porta Colonia e nelle vicinanze di palazzo Vagnotti e del Duomo, luoghi dove, nel Novecento, studiò e fu amato parroco, chiediamo volentieri di dare la sua costante benedizione di successore degli Apostoli alla nostra città e alla nostra Valdichiana.
Ivo Camerini