"Si intitola “Mutanti” il Rapporto 2024 sulle povertà elaborato dalla Caritas diocesana presentato il 12 novembre 2024 nel Palazzo Vescovile di Arezzo. Numeri , che, esprimendo le situazioni di bisogno sul territorio, viste nel contesto demografico e socio-economico, cercano di individuare le cause di impoverimento e propongono azioni di contrasto alle povertà. Numeri dietro i quali ci sono storie complesse di sofferenza e fragilità ai quali gli operatori e volontari della Caritas cercano di fare fronte guardando alla persona nel suo complesso, cercando di innescare percorsi di uscita dallo stato di bisogno e autonomia, evitando di limitarsi all’erogazione di beni, servizi e men che meno, denaro. Un lavoro delicato che richiede grande professionalità e motivazione, guidato sempre dalla carità evangelica e che spesso si trova a fare i conti anche con inadeguatezze di alcuni servizi in capo a vari Enti e problematiche strutturali dove non sempre le istituzioni preposte riescono a essere efficaci.
“È importante che la comunità cristiana sia vigile, attenta e capace di osservare - dice il vescovo mons. Andrea Migliavacca, che, come in ogni diocesi, è anche presidente della Caritas diocesana –. Questo rapporto sulla povertà esprime l’attenzione della Chiesa verso la società nel cogliere e segnalare le situazioni di disagio, bisogno, emarginazione e povertà che ci attraversano. Si tratta di un servizio importante che riteniamo di fare anche alla comunità civile ed è come un segno, perché tutti possiamo diventare attenti a cogliere questi segnali di bisogno che chiedono attenzione”.
Nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro nel corso del 2023 sono state 2.105 le persone registrate presso i servizi della Caritas diocesana nei centri diocesani e nei 35 parrocchiali sparsi sul territorio, anche se sono stati 9.203 i contatti visivi e telefonici avuti nel corso dell’anno dal Front Office. Si conferma la forte presenza di persone italiane che con il 33% rappresentano la maggioranza relativa di coloro che si recano agli sportelli Caritas (36,7% nel Cda diocesano), seguite dalle nazionalità del Marocco (13,2%), Romania (9,8%), Albania (6,9%), Bangladesh e Nigeria (5,5%).
La distinzione per fasce d’età dei richiedenti aiuto è abbastanza omogenea, anche se ciascuna di esse rappresenta spaccati su cui riflettere: i giovani fragili, chi è in piena maturità che ha comunque bisogno di un supporto, gli anziani, spesso soli, che si ritrovano senza rete di protezione sociale.
Si conferma nuovamente una maggioranza di donne (55,4%) e lo stato civile lascia intendere che dietro le richieste di aiuto ci sono intere famiglie in difficoltà; infatti il 48,1% è coniugato, divorziato/separato il 15,7% e vedovo/a il 6,2%. Il 35,7% ha dichiarato di avere figli minori a carico, per un totale di 1.341 minori sostenuti indirettamente da Caritas. Ad essi si sommano ulteriori 606 figli maggiorenni ancora a carico delle famiglie, per un totale di 1.947 figli supportati tramite le rispettive famiglie. Il Progetto Sif (Sistema Inclusione Famiglie) attraverso il servizio “Latte e pannolini” attivo per 125 famiglie e 128 bambini, ha per esempio distribuito 1.273 confezioni di pannolini e 119 di latte in polvere; ha fornito sostegno al reddito a 82 famiglie attraverso 138 interventi per 16.752,50 euro e ha garantito sostegno alimentare per 98 persone/famiglie.
In merito alle condizioni abitative il 60,6% di coloro che si sono rivolti alla Caritas diocesana e ai centri parrocchiali vive in affitto e il 61,1% ha dichiarato di essere disoccupato/inoccupato. Fa riflettere che il 19,7% degli utenti ha bisogno di un sostegno nonostante sia occupato e il 7,6% pensionato.
Se guardiamo alle problematiche per le quali le persone hanno chiesto un aiuto, nel corso del 2023 sono state 3.142, con una media di 1,5 problematiche per ogni persona. Un elemento che lascia intendere la grande complessità nell’intervento di aiuto che coinvolge ambiti diversificati, competenze professionali ad ampio raggio da parte degli operatori, necessità di interfacciarsi con numerose e diverse istituzioni del territorio. Sono così suddivise: povertà/problemi economici con il 64,0%; problemi di occupazione/lavoro con il 10,7%; problematiche abitative con il 6,0%; problemi familiari 4,6%; bisogni in migrazione 3,5%; problemi di istruzione 2%; altre problematiche 1,4%; dipendenze 1%; handicap/disabilità 0,7%; detenzione e giustizia 0,5%.
Guardando ai servizi specifici l’ambulatorio medico ha effettuato 433 visite per 113 persone. L’8% di esse sono italiane e potrebbe usufruire dei servizi erogati dal sistema sanitario nazionale.
Sul fronte alimentare sono stati erogati 345 buoni spesa. Le mense hanno dato da mangiare a 140 persone registrate per un totale di 23.328 pasti erogati. Tuttavia, come per la maggioranza dei servizi erogati dalla Caritas, è ben più ampio il numero di persone che ne hanno usufruito, al di là della registrazione formale dell’intervento di aiuto. Nel corso del 2023 sono stati 18.474 kg i prodotti caldi o freschi ritirati presso la grande distribuzione che altrimenti sarebbero stati buttati andando a impattare nella gestione dei rifiuti e redistribuiti nella rete dei servizi Caritas; a questi si aggiungono 10.285 kg di alimenti a lunga conservazione raccolti dalle varie collette alimentari con circa 22.138 kg di alimenti caricati in magazzino nel corso dell’anno (i prodotti freschi/caldi non passano dal magazzino).
Sul fronte dell’accoglienza, la Casa San Vincenzo ha accolto 68 persone, 38 migranti e 30 persone del territorio. Casa Santa Luisa, dedicata a donne/famiglie, ha accolto 23 adulti e 11 minori. Il servizio di accoglienza invernale, che va ben oltre l’essere un semplice dormitorio, nel periodo di apertura dicembre 2023/aprile 2024 ha accolto 29 persone.
L’accoglienza di profughi ha visto 80 persone accolte di cui 44 nuovi inserimenti.
Ulteriori dati sono reperibili nel Rapporto diocesano sulle povertà 2024 scaricabile nel sito www.diocesi.arezzo.it e www.caritasarezzo.it".
Fin qui il comunicato ufficale dell'ufficio stampa diocesano. Come Etruria non possiamo esimerci da una annotazione finale. Siamo andati a cercare i dati disaggregati relativi alle terre cortonesi, ma purtroppo nelle sessantun pagine in cui si snoda il rapporto non ne abbiamo trovato traccia,a parte una paginetta, con tanto di grafico a torta, relativa ai dati delle singole vallate aretine che lasciano il tempo che trovano per le identità storiche incancellabili delle tre ex-comunità diocesane che, nonostante i divieti, ardono sotto la cenere del grande focolare aretino.
Sia ben chiaro: il rapporto è ben articolato e scientificamente costruito, ma secondo noi è troppo Arezzocentrico e non comprendiamo perché non sia stato costruito anche con la necessaria attenzione geografica alle tre profonde e storiche realtà comunitarie territoriali, che composero la nostra diocesi sul finire del Novecento, cioè: Arezzo, Cortona e Sansepolcro. Tre comunità diocesane dalle radici forti ed antiche, che all'inizio ebbero tre vescovi ausiliari residenziali, ma che poi dovettero soccombere alla volontà arezzocentrica di alcuni arcivescovi, che governarono la diocesi artetina riportando in auge il modello trecentesco del vescovo e signore di Arezzo Guido Tarlati.
Siamo certi che il nostro amato vescovo Andrea, che quando viene a Cortona si dice giustamente cortonese, facendosi carico del nostro passato cristiano, abbia ancora molto da lavorare per far crescere e venire al sole le irrinunciabili peculiarità storiche ed i sacri valori di autonomia, che le comunità cristiane di Cortona e di Sansepolcro ancor oggi hanno diritto di salvaguardare e coltivare.
Redazione