Il lupo torna ad aggredire in Valdichiana, questa volta nel cortonese e non è una visita di cortesia ma l’ennesimo attacco ad una delle tante aziende agricole che quotidianamente sono costrette a fare i conti con quello che è diventato un problema reale dell’agricoltura di oggi.
“Questa notte l’ultimo attacco, il terzo negli ultimi due mesi - a parlare è Angelo Polezzi titolare dell’Azienda Agricola Borgonovo con sede nel comune di Cortona – il lupo ha agito al buio, a farne i conti i nostri animali”.
Ormai da anni l’azienda concentra la sua attività nella produzione di prodotti autoctoni d’eccellenza, in particolare l’allevamento della Cinta Senese, antico maiale nero toscano allevato allo stato brado.
“Il nostro allevamento vedi i maiali liberi al pascolo, abbiamo particolarmente a cura il benessere animale e da sempre ci impegniamo in questa direzione, non è davvero più accettabile che ancora oggi siamo costretti a subire questi danni per il mancato controllo dei lupi, mai esistiti in una zona come la Valdichiana”.
Nelle campagne assistiamo quotidianamente a episodi di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate con stragi negli allevamenti che si sono moltiplicate ed intensificate negli ultimi anni.
“Vogliamo che le nostre aziende siano tutelate – commenta Lidia Castellucci Presidente di Coldiretti Arezzo - per questo continuiamo a batterci affinché le attività imprenditoriali degli allevatori possano svolgersi senza l’incubo delle predazioni e consentire alle imprese di lavorare e fare reddito. In questo caso parliamo di una delle eccellenze del nostro territorio, Sigillo di Campagna Amica e testimonianza della biodiversità, la Cinta Senese che tutto il mondo conosce e apprezza. E’ importante – prosegue Castellucci - che si colga la forza dell’attività di allevamento alla stato brado che consente agli animali di acquisire tutte le caratteristiche che li rendono così unici.
Questo problema riguarda ogni angolo della nostra provincia con situazioni particolarmente gravi in alcune aree a causa della proliferazione dei predatori – si avvia a concludere la Presidente – il numero di attacchi che sono in aumento, mettono a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese e specie animali, con danni irreversibili all’economia, all’ambiente ed alla tenuta idrogeologica dei territori.
Quello che gli agricoltori chiedono da tempo è che si ripristini un corretto rapporto tra queste specie predatorie ed i territori. La tutela della biodiversità è da sempre sostenuta da Coldiretti ma devono essere protetti gli interessi e la sicurezza di chi vive e lavora per garantire cibo buono e giusto”.