L’Etruria

Redazione |

Come dipingerebbe Gino Severini oggi la sua “Maternità”?

Come dipingerebbe Gino Severini oggi la sua “Maternità”?

Già perché allora nel 1916 era ammirata come un’opera laica di grande contemporaneità, mentre noi oggi la studiamo come un prodotto oramai classico di sofisticata tradizione interpretativa.

Come uomo Severini “fotografò” nella sua “Maternità” il suo dramma personale di padre e marito per la grave malattia del suo bimbo appena nato, che morì di polmonite poco dopo la nascita, ma come artista dipinse per il mondo, l’orrore per il conflitto in corso della Prima Guerra Mondiale dove persero la vita milioni e milioni di persone, tutti figli sacrificati.

Ma per quale causa, visto che la violenza oggi è decuplicata?

Nel Santuario di Santa Margherita di Cortona c’è una cappella votiva ai caduti cortonesi della Prima Guerra Mondiale, un affresco dipinto da Osvaldo Bignami che riporta i nomi di oltre seicento concittadini che non fecero mai ritorno in Valdichiana. E’ una pittura che mi sconvolge ogni volta che la guardo perché mi scuote nell’animo.

Da mamma penso alla “morte nel cuore” delle altrettante loro mamme.

Dunque l’avvento della Grande Guerra uccise anche tutte le libere sperimentazioni pittoriche e materiche che tanto avevano affascinato gli artisti all’epoca perché tutta la loro fantasia si sciolse al sole di fronte alle atrocità perpetuate sugli uomini. La stessa luce elettrica cambierà in quegli anni la visione delle accecanti giornate estive o i chiari di luna, si percepirono infatti nuove strade artistiche ma ciò non poté rassicurare molti di loro che per non smarrirsi nell’orrore abbandonarono le sperimentazioni e cercarono conforto in un ritorno al recente passato pittorico. I geni creativi avevano necessità di riavvolgere la matassa del tempo per ritrovarsi esseri pietosi, cercarono di ridesiderare le cose semplici e di riportare l’ordine naturale delle cose.

Gli Artisti sopra ogni cosa sono e saranno sempre donne e uomini con particolari sensibilità, pronti a sacrificare le loro comfort zone per liberare la passione della loro poesia, raccontare la loro filosofia, mostrare la loro pittura, scultura e architettura.

Nella visione della “Maternità” di Gino Severini conservata al MAEC sono racchiusi tutti codesti pensieri.

Purtroppo Ora come Allora continuiamo a vivere a braccetto con le atrocità delle guerre diffuse per il mondo a macchia di leopardo, con l’aggravante di non aver imparato Nulla per difenderci dalla parte Crudele dell’Uomo.

In un solo giorno di bombardamenti nella sola Ucraina, la nostra atmosfera si avvelena portandoci di 50 anni in avanti e poi parliamo di auto Elettriche, Nuove Fonti Rinnovabili?

NO COMMENT!!!

Allora di fronte alla conoscenza di dover rispettare oggi la sostenibilità ambientale ed economica nel mondo per il mondo come rappresenterebbe la sua Maternità il Severini?

In verità penso che il pittore avendo già allora dipinto laicamente la sua Madonna con il Bimbo oggi non aggiungerebbe nulla di più e questo eleva l’opera ad essere tutt’ora un lavoro di grande avanguardia.

Lui ritrae l’istinto materno, la cura per un figlio e prima ancora il sacrificio della donna e la responsabilità che mette nella sua gravidanza dove ama far crescere un feto sano.

La Donna è un elemento Sacro per il proseguimento della specie umana e il tutto non potrebbe che essere interpretato diversamente!

Più volte come pittrice, di fronte ad un immacolato foglio bianco, mi sono posta lo stesso quesito perché nel mondo la Donna continua ad avere una vita Difficile.

Sono tante le immagini che propongono le artiste contemporanee e non sempre rimandano l’immagine serena di una madre con in braccio il suo bimbo che nutre.

Oggi molte figure di donne vengono ritratte crocifisse o mentre allattano, hanno il viso incappucciato da un passamontagna nero come nell’importante opera di Argelia Bravo.

Del resto viviamo un’umanità violenta!

Ma non meravigliamoci o scandalizziamoci perché già il Maestro Hieronymus Bosch nel 1497 dipingeva una santa crocifissa e conosciamo bene quanto le donne debbano sacrificarsi per raggiungere ”l’uguaglianza” con il maschio.

L’Arte Vera è lo specchio del nostro vivere perché mette a nudo Verità Comode e Scomode.

Posso aggiungere che per alleggerire la visione delle cose ho ammirato la Presidente Giorgia Meloni scendere la scaletta con la sua figliuola per intraprendere l’ultima missione economica e politica in Cina. Del resto le scuole sono chiuse ed un fanciullo apprezza di conoscere il lavoro del proprio genitore e sa comprendere così, a volte più dei grandi, il perché delle sue assenze da casa.

Mi ha riempito d’orgoglio vedere e sapere l’inserirsi della Signora Meloni nell’impenetrabile mondo maschile dove solo la sensibilità di una donna e madre possono scalfire i muri dell’indifferenza.

Spero dunque si dia più fiducia e potere alle donne perché visti i risultati attuali ottenuti dai secoli precedenti di sola conduzione maschile, non ci resta che provare.

Da progressista ho sperato di veder ricoprire da Donne della Sinistra Italiana le cariche più alte dello Stato, non è stato così, allora è importante sostenere “Tutte” la Presidente Meloni nella sua doppia lotta: quella Visibile della Politica/Partitica e quella Invisibile e più subdola dei Maschi al Potere perché è importante non essere “fascisti dentro” considerando purtroppo quanti finti “personaggi di sinistra” girino indisturbati.

Dunque siamo partiti dalla visione poetica che Gino Severini aveva della “Maternità” nell’Arte fino ad arrivare ai giorni nostri.

Credo che oggi disegnando, mi affiderei comunque a una visione dolce della donna madre perché qualsiasi altro pensiero l’allontanerebbe dalla sua natura di leonessa protettrice della specie, questo non limiterebbe nel modo più assoluto per qualsiasi donna di vivere la propria esistenza senza necessariamente intraprendere il ruolo di madre.

Siamo partiti da un capolavoro pittorico ma ciò è coerente perché l’Arte stessa è scienza nella storia dell’Uomo ma questo sarà fonte di approfondimento per un altro articolo per il futuro.