Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni su questo 25 aprile 2020 con l'invito a cantare o suonando anche in casa ai figli la canzone " O bella Ciao!" . La canzone cioè della libertà , ricordando che mai bisogna dimenticare coloro che a prezzo della propria vita ci liberarono dalla dittatura e che, con la lotta della Resistenza, seminarono le radici della democrazia e della vita repubblicana. Far leggere ai ragazzi e ai giovani di oggi le pagine forti e valoriali del libro “ Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana” può aiutare a costruire il domani che ci attende. Grazie Anna! (IC)
Diario del 25 APRILE 2020
Ieri un caro amico del liceo (che normalmente sedeva all'ultimo banco e mi lanciava biglietti con battutine sconce), mi ha inviato un link con "o bella ciao" suonata romanticamente con un pianoforte e due violoncelli, e il suo messaggio: "Ora e sempre Resistenza". Allora gli ho detto che tutto sommato, con questa gli posso perdonare le frasette zozze, che poi non erano mai rivolte a me direttamente, ma erano solo per ridere.
Stamani giro "o bella ciao" suonata in questa maniera sublime ai miei figli, che sono piccoli ma non abbastanza da non capirla. Poi mi metto a suonare io, per loro, per me, per i muri attorno a casa, ma soprattutto per questo momento della nostra Resistenza. E' una parola che non possiamo permetterci, rispetto alla Storia, neanche per scherzare. Ma forse, alla luce dei giorni, né stiamo troppo scherzando né è così sicuro che non potremo permetterci di usare questa parola. A nostro modo, mi sembra, stiamo resistendo. A nostro modo aspettiamo il giorno della Liberazione. Che arriverà, di questo voglio essere sicura.
Ieri un amico medico mi ha raccontato di un paziente venticinquenne che se n'è andato per Covid. In una modalità peraltro diversissima da quelle di cui abbiamo sempre sentito finora. 25 anni. Parole? Io non le trovo, voi?
A proposito di Resistenza, sempre perché sto cercando di aiutare mia figlia a capire come impostare il suo esame di terza media che a quanto pare consisterà in una tesina su tutte le materie, (tristissimo, ma già tanto), ci siamo messe a leggere qualcosa che giaceva sulla mia libreria e che prendeva polvere da anni. Niente di meno che "lettere di condannati a morte della Resistenza italiana". Era dai tempi della mia università che non ricordavo la bellezza di queste pagine, che ho appena ricominciato a leggere e subito mi sono messa lì a sottolineare con la matita.
Come sempre, mi attira la parte delle donne. E di donne partigiane che lottano per la libertà ce ne sono, anche se di loro forse non si è mai raccontato mai abbastanza. Una di queste, Maria Luisa, un'impiegata che svolgeva attività clandestina collegata al Partito Comunista, scrive alla famiglia: "vi prego solo di non fare tante chiacchiere sul mio conto, e di allontanare da voi certe donne alle quali io debbo la carcerazione". Sottolineato forte.
Un'altra di loro, Irma, è una casalinga che poi inizia a fare la staffetta dei gruppi partigiani dell'Appennino modenese, viene catturata mentre cerca di far ricoverare un partigiano ferito in un ospedale. Seviziata, deportata in Germania, poi riesce a scappare, torna come infermiera, propagandista e combattente. Ricatturata da pattuglia tedesca finisce fucilata. E prima però scrive al fratello: "...io non stavo qui per star calma, ma perché questo paesino piace al mio spirito, al mio cuore.(...) Nel mio cuore si è fatta l'idea (purtroppo non da molti sentita), che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo. Questo richiamo è così forte che lo sento tanto profondamente, che dopo aver messo a posto tutte le mie cose parto contenta". Sottolineo in modo triplo "che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo".
Ed eccoci qua. 25 Aprile 2020, non siamo in guerra ma siamo in una lotta contro qualcosa che ci fa parlare di morti ogni giorno. Che altro? Io personalmente quel "doveroso contributo" non lo so dare in nessun modo. Posso solo sperare che mia figlia scriva una bella tesina per la sua licenza media. Una tesina che magari partendo da qui, da queste lettere, e da "la Storia" di Elsa Morante, in un modo o nell'altro la incoraggi a pensare che diventare grandi significa anche che... "tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo".
In questi giorni mi sono messa a studiare la Ballata di Chopin n.1, in sol minore. Non sono mai riuscita ad andare oltre pagina 5, perché è davvero difficile, (per me che sono pianista fino a un certo punto). Ma in questi giorni ci sto riuscendo. E' un "doveroso contributo" che per il momento, credo, possa far bene solo a me e alle pareti di casa mia. Però nella mia mente bacata c'è l'idea che la musica e le cose belle che ci si impegna a fare, a volte si espandano oltre le pareti di casa e fino al cielo. Che io possa dedicare il mio impegno tra me e Chopin, anche a chi non può sentirlo. A chi magari magari in questi giorni di primavera ben lontani dai miei e da quelli dei miei bimbi, sta facendo la sua Resistenza da una stanza verdina e bianca con tanti tubi, il silenzio interrotto solo da suoni strani. Se oggi potessi sottolineare delle pagine di storia, lo farei con una matita dal tratto profumato di fiori. Sceglierei ancora le pagine di quelle partigiane, ma soprattutto quelle di chi Resiste oggi, stamani, in quelle stanze verdine e bianche. Solo che questa Storia non è ancora stata scritta perché è nel suo pieno corso e aspettiamo un finale migliore di tutte le storie di guerra. Allora scelgo di suonare e basta, e posto anche la foto di me che suono.
In un modo o nell'altro, sono sicura, le note da qualche parte si espandono sempre.
Anna Cherubini