Sabato 21 ottobre 2023 ho avuto l’onore e il piacere di un breve , interessante incontro da "caffè letterario" con l’amica e giovane collega Barbara Gori.
Barbara, che è una stimata e impegnata professoressa di lettere presso il nostro liceo classico Luca Signorelli, da alcuni anni è anche una affermata autrice di romanzi di godibile lettura, appassionati ed impegnati in pendolo tra la storia e l’immaginario di una scrittrice di talento manzoniano, che partendo dal vero coniuga la ricostruzione storica con una approfondita analisi psicologica e morale dei personaggi protagonisti della sua narrazione.
Anche in questo suo ultimo romanzo dall’intrigante titolo “Sogni infranti” , Barbara ci regala centosettantacinque pagine, che si leggono tutto d’un fiato e ci portano a Toiano, un borgo del pisano oggi abbandonato e disabitato, ma ieri , sul finire del primo Novecento, ancora vivo ed esempio di quella civiltà rurale toscana, che tanto ha caratterizzato la vita e la cultura contadina italiana dei secoli passati.
Mentre prendevamo il caffè al Bar Etrusco, sotto lo sguardo vigile del titolare Michele, avendo letto di recente il suo romanzo, a Barbara ho chiesto perché avesse scritto di Livia/Elvira e dei suoi sogni infranti dalla mano omicida di un uomo geloso e forse psicopatico e mentalmente perverso.
Ecco la risposta di Barbara: “L’idea è nata in modo casuale. Poiché sono appassionata di borghi abbandonati, attraverso una semplice ricerca sul web sono venuta a conoscenza di Toiano. Documentandomi sul borgo ho scoperto che è stato teatro del femminicidio a cui mi sono ispirata per la stesura del mio romanzo. Una volta conosciuta la storia della ragazza uccisa ho sentito come un impulso irrefrenabile che mi portava a riscriverne la storia, anche se in modo del tutto personale. Leggendo e documentandomi sulla bella Elvira , ho ritenuto interessante contestualizzare il suo femminicidio nella realtà aspra e dura della realtà contadina del primo novecento. Inoltre, partendo dal presupposto, di cui sono fermamente convinta, che, come diceva Calvino, la fantasia è come la marmellata e bisogna che sia spalmata sopra una solida fetta di pane, ho ritenuto necessario ancorare la mia immaginazione a qualcosa di stabile, concreto, solido. Questo da me è stato individuato nella realtà rurale della fine degli anni Quaranta in una Toscana appena uscita dalla guerra, che cercava di ricostruirsi in tutti i sensi. Inoltre conosco bene la civiltà contadina, da cui provengono i miei familiari, sono ad essa sentimentalmente attaccata, la reputo affascinante e degna di essere “letteraturizzata” al pari dei grandi eventi storici”.
Grazie Barbara per la tua risposta e per questo interessante e piacevole caffè letterario di un sabato mattina, che ci ha fatto reincontrare, dopo tanto tempo e dopo la durezza drammatica di tre anni di pandemia, che hanno cambiato in peggio il mondo e anche la nostra piccola patria.
Grazie per un "caffè letterario" semplice e da incontro di strada , che volentieri trasformo in un invito a leggere questo tuo romanzo uscito nel maggio di quest’anno per i tipi di Albatros.
La storia che tu racconti, ambientandola nel borgo fantasma di Toiano, è di grande interesse per conoscere i sogni infranti di Livia. Sogni infranti che, con questo testo, riproponi come fantasma di Elvira inquieto e tormentato , ma desideroso di aiutarci a leggere il nostro oggi strappato in continuazione dalla tragedia dell’uccisione delle donne per mano di uomini mostri o immaturi, che non provano nemmeno rimorso nel mescolare sacro e profano e giustificare l’uccisione, nel giorno di San Giovanni,di una giovane donna piena di vita, che però rifiuta di essere una fidanzata sottomessa e schiava e sogna libertà ed emancipazione.
Per saperne di più: Barbara Gori, Sogni infranti, Albatros, 2023,pp.176, euro 14,90.
Ivo Camerini