L’Etruria

Redazione

La democrazia sospesa

Riflessioni per una “settimana santa” da arricchire con la riscoperta della civitas dell’umanesimo cristiano.

La democrazia sospesa

Nessuno può negare che da oltre un mese viviamo in Italia e in quasi tutto il mondo in una democrazia sospesa. Sospesa naturalmente a fin di bene  generale, ma sempre sospesa è. Fin qui non ci piove e vale il famoso detto: “mi son spiegato anche troppo bene disse il tovagliolo alla tovaglia”.  

Se le cose rimangono dentro un confine di emergenza sanitaria, nulla quaestio da parte della stragrande maggioranza dei cittadini. Ma il problema si pone quando , come ormai viene alla luce in molti spazi social,aumenta a dismisura  l’ ammirazione per il regime dittatoriale cinese e le leggi di controllo sulla persona. Il bello ( o il brutto ) poi è che l’ammirazione verso la Pechino comunista ottiene “ola da tifoseria ultras” soprattutto da cittadini moderati e anticomunisti.

Allora, forse, sarà bene fare qualche riflessione, perché la tentazione di una dittatura in doppio petto potrebbe essere varata in barba a tutte le garanzie costituzionali e le leggi eccezionali divenire leggi normali. Il precedente italiano e mondiale delle leggi speciali varate per sconfiggere il terrorismo è lì, come prova del nove, a dirci che solo le leggi normali sono ad tempus, mentre le leggi eccezionali, che nascono ad tempus, diventano eterne.

Dove sono finiti i tanti democratici italiani che amano la Costituzione repubblicana e la difesero ancora nel 2016 dall’attacco scellerato del neoliberismo calvinista?

Sono interrogativi da porre oggi fin che siamo in tempo. Interrogativi ai quali trovare risposte prima che la canea montante della paura generi nuovamente i mostri della dittatura. Dittatura che lasciamo volentieri ai cinesi e al loro regime totalitario.

Ogni  dittatura comincia con una piccola idea che la libertà e la democrazia non servono più davanti ad un pericolo improvviso di natura economica o sociale. Si cerca consenso e poi si decide di passare al comando unico e il passaggio ai pieni poteri dati all’ uomo della divina provvidenza è un attimo, come successo in Ungheria.

Le forze democratiche popolari accettano il velo dell’emergenza e si adeguano con la speranza di sopravvivere e di ritornare al momento dei cosiddetti  tempi migliori.

Il probelma è che  i "tempi migliori" non vengono da sé, ma vanno pensati e costruiti. La democrazia, infatti, se ridotta a guscio vuoto di parole da parte di “leaders non leaders e di politici non politici”, crolla.

Ha solo la possibilità di entrare in clandestinità, ma solo se si faranno avanti uomini e donne pronti a dare la vita per i grandi valori di democrazia e di libertà. Valori belli e fondamentali per ogni cittadino, ma fragili e da riconquistare giorno per giorno anche in tempi normali. Figuriamoci in tempi di emergenza sanitaria.

Infatti uno Stato primo etico (che decide di separare genitori e figli , nipoti e nonni, moglie e marito a causa di un distanziamento sociale che impedisce la solidarietà del fare e dell’aiuto della piccola economia domestica familiare allargata, che favorisce l’uso dei social quali tribunali del popolo come, per motivi ideologici accadeva nelle dittature novecentesche) sarà uno Stato che invece di promuovere democrazia e libertà, imporrà  terrore sociale ed economico, domino del più forte sul più debole, distruggerà il ceto medio del piccolo onesto intraprendere e favorirà la nascita di una società parallela e clandestina, come sempre avvenuto in ogni epoca dittatoriale. Ovviamente uno Stato che perde il buonsenso e vieta l’aiuto e il contatto tra figli e genitori, tra moglie e marito che hanno lavori diversi e status economici diversi, tra nonni e nipoti che si aiutano reciprocamente sarà uno Stato disumano peggiore di quello dell’antica Sparta, dove nessuno del popolino era cittadino, ma suddito del tiranno e dove i non abili fisicamente venivano gettati dalla rupe e dove chi non era benestante era destinato solo alla triste sorte degli ilioti, cioè degli schiavi proprietà dello Stato.

Se questa è la prospettiva del mondo, ha scritto in questi giorni una signora francese sui social, “me ne andrò da me tagliandomi la gola, come sempre hanno fatto le persone libere nella lunga storia dell’umanità”. Ecco, probabilmente, sarebbe bene che  chi governa oggi l’Italia e il mondo non dovrebbe solo rifugiarsi nelle leggi speciali, ma aiutare e promuovere quell’educazione a vivere fraternamente e in armonia con il prossimo, a tutelare il piccolo aiuto di prossimità parentale ed amicale. Aiutare e dare una mano a chi ama la libertà e il buon senso dei rapporti sociali. Cioè a considerare normali e vitali quelle buone pratiche di solidarietà familiare che l’ubriacatura del neoliberismo (e della società web e dei media asserviti al potere occulto)  ha esiliato da un  mondo diviso nuovamente tra ricchi e poveri, tra signori e sudditi, tra coloro che hanno voce e coloro che non ne hanno.

Nella domenica delle Palme senza palme, che Cristo, acclamato trionfalmente in Gerusalemme, ci aiuti tutti a capire l’orlo dell’abisso cui oggi ci siamo pericolosamente avvicinati nell’Italia e nel mondo. Nella foto di corredo, le copertine di due libri utili per approfondire l’argomento.

Ivo Camerini