L’Etruria

Redazione

Cortona per Enzo

Il bell’ incontro con la figlia del " maestro " Olivastri

Cortona per  Enzo

Per un caso fortunato , venerdì mattina 21 febbraio 2025 , ho avuto il piacere e l'onore di incontrare a Cortona, nella sua storica casa di Vicolo Laparelli (già foresteria dei frati camaldolesi nel millecinquecento) Gioia Olivastri, figlia del noto e indimenticabile pittore cortonese Enzo.

Gioia,  pur vivendo a Milano, dove è stata affermata professionista del design moda, fotografa e, dagli inizi del duemila, scrittrice di rinomata fama e consulente di musei ed arti visive, è rimasta innamorata della sua città natale e vi torna spesso, non solo perché le sue radici sono ancora ben piantate nella sua piccola patria o perché respirare l ‘aria buona di casa fa bene alla salute corporale e dell' anima in un tempo furioso e fuori dai cardini come l’attuale, ma soprattutto per coltivare la memoria attiva e feconda dell' amato padre, il maestro Enzo Olivastri, pittore cortonese del Novecento.

Gioia, il miglior capolavoro del maestro Enzo e di mamma Giusi Biagianti, naturalmente assieme alla sorella Valentina, in questi giorni di fine febbraio è a Cortona per la festa della Santa Patrona, ma soprattutto per preparare la grande antologica primaverile che la nostra città dedicherà al suo babbo. Un babbo che, come ci sintetizza il bel libro a lui dedicato dal Piccolo Museo di Fighille,  nelle sue tele ha fissato per  sempre le immagini del paesaggio toscano e cortonese, della sua gente, dei suoi personaggi che vivevano le piazze e i vicoli del centro storico della città fondata da Dardano e che il maestro ha “ tante volte ritratti , dipinti, acquerellati, schizzati , incisi o semplicemente fotografati”. Un babbo “profondamente innamorato della sua famiglia , divertente , generoso con gli amici, amante della libertà  e dell’avventura, malinconico , esuberante”.

Nel libro-catalogo, che, nel 2023 il Centro museale di arte contemporanea di Fighille ha pubblicato con il titolo “Enzo Olivastri , pittore cortonese”  ( Digital Book, Città di Castello), scorre tutto il film della vita artistica, culturale e civile di un personaggio cortonese contemporaneo, che sulle lastre delle nostre secolari vie e piazze cittadine ha lasciato segni profondi e indelebili. Un libro che, amalgamando fotografia e scrittura di chi ha conosciuto e stimato il pittore cortonese ( da Franco Ruinetti, da Paolo Bruschetti, da Carlo Bagni, a Branislav Bojic, a  Franco Sassatellie , a Nicola Caldarone), ci regala un affascinante storytelling raccontato proprio  da Gioia, che con una scrittura documentata, leggera e lirica allo stesso tempo, ci restituisce a tutto tondo il ritratto di un grande cortonese novecentesco. Un cortonese che, a quarant’anni, chiude con il suo lavoro di fornaio nei pressi di Porta Colonia per dedicarsi anima e corpo alla non facile strada della pittura, dove era stato avviato dalla maestra napoletana Elena Cappiello e dalla scuola serale del maestro Ignazio Lucibello , ma soprattutto dove era stato incoraggiato dal grande pittore futurista  Gino Severini, che con  il giovane amico Enzo fu prodigo di consigli, di incoraggiamenti , quando,  negli anni cinquanta, il fondatore del futurismo europeo da Parigi era tornato a vivere nella sua città natia per regalarle i due magnifici mosaici della Via Crucis e del san Marco, che tutto il mondo oggi ammira e ci invidia.

Tra una pennellata e l’altra della vita familiare di Enzo, Gioia ci conduce per mano nelle intense tappe artistiche della vita del babbo, che, completati gli studi e dopo il servizio militare inizia a lavorare , "obtorto collo " e davvero malvolentieri , nel forno paterno che lo toglieva al suo amore quotidiano per il disegno e al pittura : “ Nonostante gli impegni familiari e di lavoro, Enzo non smise mai di disegnare e dipingere nel suo studio di Vicolo Laparelli, sempre desideroso di apprendere nuove tecniche. Con il maestro Antonini iniziò lo studio dell’affresco. Ritraeva soprattutto volti di personaggi cortonesi, attratto da figure curiose, dalle loro espressioni intense e silenti (…) Negli anni settanta iniziarono a frequentare la nostra casa i primi critici e appassionati di pittura come Don Bruno Frescucci, il professore e poeta Carlo Bagni Amadei, la scrittrice e critica d’arte Iolanda Milani Lelli, la poetessa Nella Nardini Corazza, il presidente del Premio Margutta Ettore Pompucci, la giornalista Jolanda D’Annibale, il professore e pittore  Nicola Caldarone,il direttore dell’Università popolare di Belgrado Branislav Bojic, il poeta Abramo Martini e il critico d’arte Franco Sassatelli”.

Insomma, l’ex convento religioso camaldolese di Vicolo Laparelli divenne un importante cenacolo d’arte e di  cultura macchiaiola cortonese, dove il maestro Enzo non solo mostrava i suoi dipinti, ma dialogava di arte e anche dei suoi incontri politici, come quelli con il presidente francese Francois Mitterant, di cultura umanitaria socialista come quelli con i compagni Ivo Veltroni, Spartaco Mennini e di cultura religiosa come quelli con il suo amico vescovo Giuseppe Franciolini o con i frati francescani dei conventi cortonesi.

Gioia, nelle sue trenta e passa pagine di narrazione del vissuto artistico e umano del maestro Olivastri , come con affetto filiale chiama babbo Enzo, ci racconta delle sue numerose mostre , dei suoi incontri con i macchiaioli fiorentini e toscani, con l’università popolare di Belgrado e con il piccolo museo di Fighille ai cui concorsi pittorici partecipò fin dagli inizi, vincendone diverse edizioni. Trenta e passa pagine che si leggono tutte d’un fiato e che ci regalano,  a tutto tondo, il pittore, l’uomo, l’artista, il militante, il pater familias , il cives della Cortona contemporanea dell’altro ieri, che in troppi oggi non conoscono e che persone dai capelli bianchi, come me, invece ricordano con nostalgia e amore immenso.  

Grazie di cuore , cara Gioia , per avermi fatto incontrare e conoscere il maestro e l’uomo Enzo Olivastri , che tante volte ho sfiorato nel mio essere viandante in Cortona e, soprattutto, in alcune occasioni di vita culturale, religiosa, politica e civile cittadina di fine novecento e primo duemila, ma che non avevo mai avuto il piacere di conoscere direttamente, seppur godendo del suo saluto, del suo sorriso solare ed empatico nelle rare occasioni in cui ci si incrociava in piazza o in Rugapiana e in via Dardano.

Grazie per aver voluto  e costruito questo pubblico ritorno in Cortona del maestro Olivastri. Un pittore cortonese del nostro Novecento, che è rimasto nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto e che con questa mostra della ormai imminente primavera 2025, che sarà organizzata con il patrocinio del Comune e delle istituzioni culturali cortonesi, sono sicuro entrerà anche nel cuore dei giovani cortonesi di oggi. Soprattutto in quello dei nostri studenti liceali, che, senz' altro, andranno a visitarla per conoscere meglio e più da vicino un pellegrino di speranza nella Cortona del Novecento. Una Cortona  pensata e vissuta con i  suoi amici pittori, con i suoi compagni socialisti alla Prampolini, con i  suoi amici di biliardo del  Circolo operaio ed amata intensamente da suoi estimatori importanti come il vescovo Giuseppe Franciolini e il presidente francese Francois Mitterand .

Una mostra che, ne sono certo,  sarà momento di conoscenza e di amore per   un personaggio vero , per un simpatico  boemien, ma anche per uno sposo affezionato e un babbo fuori dal comune. Insomma, una mostra  significativa di omaggio ed onore al  cortonese doc Enzo Olivastri, pittore macchiaiolo della Toscana, dell' Italia della seconda metà del secolo breve. Un tempo breve, ma lungo e pieno di democrazia di pace, di cultura e di arte umanistica.

Nella foto collage di corredo, Gioia Olivastri da me fotografata nella sua casa cortonese e il catalogo che ha voluto gentilmente regalarmi, assieme ai suoi libri sul Signorelli ( Cortona and the rediscovery of humanism e Luca Signorelli a passion for form ).

Ivo Camerini