Nonostante che per David Sassoli questi siano giorni di frenetica campagna elettorale, ho avuto il piacere e la fortuna d’incontrarlo nel suo passaggio nelle terre aretine e cortonesi, dove , tra l’altro risiede il suo amato fratello maggiore. L’incontro molto essenziale e breve ha permesso a due amici di lunga data di scambiarsi qualche battuta sull’attuale momento italiano ed europeo e David ha accettato di rispondere in esclusiva a quattro brevi domande che molto volentieri gli ho rivolto nella mia attuale funzione di giornalista di strada in Cortona e dintorni.
Ecco le domande che gli ho fatto e le risposte date da David Sassoli, volto noto della Tv fino a dieci anni orsono, giornalista prestigioso del Tg1 e poi esponente onesto e battagliero della politica italiana al Parlamento Europeo di Strasburgo.
Tu sei stato in questi ultimi dieci anni la bandiera forte e battagliera del PD in un'Europa matrigna con gli italiani. Perché ti sei ripresentato alle elezioni del ventisei maggio? In un momento così magmatico, complicato non era meglio tornare a casa e riprendere la tua proficua professione di giornalista?
Questi 10 anni al parlamento europeo sono stati molto intensi e allo stesso tempo complessi. Nel 2009, in qualità di capo delegazione, ho guidato l’ingresso del PD nel gruppo dei socialisti al parlamento europeo, contribuendo alla nascita della componente democratica all’interno del gruppo stesso. Abbiamo portato avanti numerose battaglie in campo europeo, ma ho lavorato molto anche per il nostro Paese. Ripenso alle grandi sfide sulla tutela del “made in”, alla riduzione del roaming telefonico, al finanziamento delle zone colpite dal terremoto e al potenziamento del Progetto Erasmus per i giovani. Nel 2014 sono stato eletto Vice Presidente del parlamento europeo con deleghe al bilancio dell’istituzione e ai rapporti con i paesi dell’area mediterranea. Mi sono battuto per portare trasparenza all’interno delle istituzioni, proponendo la rendicontazione delle indennità dei deputati e la messa a gara dei servizi all’interno del parlamento europeo. Sono stato relatore del Quarto pacchetto ferroviario, la piu’ grande riforma ferroviaria europea, che ha finalmente creato un mercato ferroviario unico europeo che consentirà da una parte ai cittadini di spostarsi in tutta Europa a prezzi piu’ concorrenziali e in maggiore sicurezza, dall’altra, alle imprese ferroviarie, di poter ampliare i propri servizi nei principali paesi europei. Tutto questo per rispondere molto semplicemente alla tua domanda sul fatto se fosse meglio, per me, tornare a casa. La mia risposta è assolutamente no. Vorrei continuare a lavorare in Europa, come ho fatto in questi 10 anni, perché stiamo attraversando una grave crisi politica ed economica e abbiamo tutti il dovere di dare il proprio contributo con serietà e senso di responsabilità. Un’ Europa più debole ci renderebbe più poveri, esponendoci inevitabilmente ai mercati. La Brexit ne è un esempio. Dobbiamo essere uniti e compatti e credo che il Partito democratico sia l’unica alternativa ai nazionalisti che vivono agitando problemi senza offrire soluzioni.
Quattro cose irrinunciabili per gli italiani su cui ti batterai a spada tratta una volta rieletto al Parlamento europeo?
In questo momento i nostri sforzi si devono concentrare sulla riduzione delle diseguaglianze sociali. Tante politiche europee hanno dato l’impressione che l’economia e la finanza siano più interessate alla creazione di profitto che a quella di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione di giovani in Europa è troppo alto e i populisti traggono vantaggio da questa situazione. Un altro tema che necessita di un profondo cambiamento è fissare paletti per impedire, tra paesi dell’Ue, la dislocazione selvaggia di aziende attratte dal basso costo del lavoro e dalla fiscalità di vantaggio. Senza regole si mina il patrimonio industriale italiano. Terza grande questione è l’introduzione di un salario minimo europeo. Ultima, ma certo non per importanza, è la necessità di affrontare con determinazione la questione ambientale per la salvaguardia del pianeta. L’Europa può dare un contributo decisivo e su questo le parole di papa Francesco e la passione di Greta ci indicano la strada da seguire.
Come vedi l'attuale situazione politica italiana che sembra impantanata in una drammatica crisi dagli esiti molto incerti anche a causa di uno scontro generazionale senza precedenti tra chi sta al governo e chi sta all'opposizione? Ma soprattutto minacciata dalla spada di Damocle di un intervento della famosa troika, che potrebbe portare a decisioni di un prelievo sui risparmi degli italiani onesti come avvenne nel luglio 1992 con il governo Amato?
Dopo un anno di governo abbiamo capito che la miscela fra populismo e nazionalismo, rappresentata da M5s e Lega, produce recessione, perdita di diritti e insicurezza. Si gioca sulle paure delle persone per guadagnare consenso senza preoccuparsi delle conseguenze. Siamo in un’evidente fase di impoverimento del paese. Questo governo dovrà inoltre presentare una manovra di 30/50 mld e finora non è stato in grado di mettere a punto una strategia per incoraggiare la crescita e gli investimenti, la ricerca e l’occupazione. Saranno mesi molto difficili e il dato veramente inquietante è il tasso di incompetenza e di superficialità degli attuali governanti. Di fronte alle loro insufficienze cercheranno ancora una volta di scaricare la responsabilità sui governi e sull’Europa ma è un gioco spuntato, perchè il 26 di maggio gli italiani faranno capire al governo che la luna di miele è finita.
Il tuo legame con Cortona sarà ancora un ponte forte per la nostra città con il Parlamento europeo?
Sono stato onorato nel passato di poter essere ambasciatore di Cortona presso l’Europa e lo sarò ancora di più dopo il 26 maggio. A Cortona abita mio fratello e io porto nel cuore i cortonesi e questa nostra città, che, non a caso, viene cantata da un suo illustre figlio come ‘l’ombelico del mondo’.
In bocca al lupo, caro David e mi raccomando, quando sarai di nuovo al Parlamento Europeo, non ti scordare mai della tua e nostra amata Cortona.
Ivo Camerini