L’Etruria

Redazione

Roberto Vasai: gentlemen e politico all’antica.

Nostra intervista al Presidente della Provincia che ad ottobre termina il suo mandato.

Roberto Vasai: gentlemen e politico all’antica.

Incontro Roberto Vasai di prima mattina nei suoi uffici di Palazzo della Provincia, dove, come di consueto, arriva sempre attorno alle otto. E’ in forma e gentilissimo come sempre e ci tiene a precisare che anche nelle istituzioni deve valere la buona regola del privato: “il responsabile della baracca deve essere il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire”.

Funzionari ed  impiegati che ho incontrato nel tragitto d’accesso al suo ufficio sono infatti tutti alla loro scrivania e  molto gentili con il cittadino che  si rivolge loro per informazioni e pratiche. Anche l’ usciere e la segretaria, cui mi son rivolto arrivando, sono di una grande cortesia e mi indicano subito il suo ufficio.  Il percorso  per arrivare dal Presidente non è molto lungo, ma mi sorprende vedere aperte tutte le porte degli uffici  ed ho la positiva sensazione di trovarmi in una pubblica amministrazione efficiente e casa di vetro. Un piccolo miracolo di cui il presidente va fiero e che gli fa davvero onore.

Entrando trovo Roberto Vasai  in piedi alla sua scrivania intento a studiare pratiche da cui, al mio saluto, subito si solleva e si dice pronto a rispondere alle mie domande. L’intervista è breve anche perché non programmata e lo ringrazio subito di questa sua disponibilità al dialogo e alla comunicazione con il popolo dei nostri lettori. Ecco di seguito la conversazione.

D: Signor Presidente, tra poco più di un mese si concluderà la sua esperienza alla guida della Provincia di Arezzo dopo la famosa riforma Del Rio del 7 aprile 2014. Può farci un breve riassunto della sua attività alla guida di questo ente denominato “ente di area vasta e di secondo livello politico”?

R:  La mia è stata un’esperienza molto travagliata: appena eletto alla carica di Presidente, sono iniziati gli attacchi contro la Provincia, prima sui giornali, poi dal mondo della politica. Non c’era partito, ad esclusione della Lega, che non volesse la loro abolizione. Dal 2010 ogni Governo ha ridotto le risorse e ha introdotto limitazioni, minando il campo d’azione dell’Ente. Sono stati annunciati risparmi a carico dello Stato che sono stati poi sconfessati nei fatti. L’unico risparmio vero sono i 100 milioni delle spese derivanti dal costo degli Amministratori, corrispondenti ad un bilancio annuale di una delle più piccole Province d’Italia. Tutto questo è avvenuto in un contesto di totale non conoscenza dei compiti e delle funzioni che le Province svolgevano e che, tuttora in parte svolgono, nei territori. Importante era aderire ad una demagogica linea imperante nel Paese. Quindi in questo contesto, l'Ente da me guidato ha fatto il possibile, con le risorse date, per mantenere alti i livelli di sicurezza sia per l'edilizia scolastica che per la rete viaria gestita. Tenete conto che attualmente gestiamo oltre 50 plessi scolastici e oltre 1300km di strade con ben 698 ponti che teniamo costantemente sotto controllo. Purtroppo la politica e con essa i suoi rappresentanti, quasi tutti, hanno perso i contatti con i bisogni e le necessità dei territori non comprendendo appieno l’importanza dei servizi rivolti ai cittadini, che contribuiscono a rendere competitiva una Nazione.

D: In questi due anni post-Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, Lei e il suo Consiglio come avete amministrato in merito all’edilizia scolastica, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente, ai trasporti, alle strade provinciali?

R: Nel 2014 viene approvata la riforma Del Rio che, a mio giudizio, è una pessima Legge, che contiene al suo interno principi che contraddicono la Costituzione e che, ancora più grave, sono stati attuati prima dell’esito referendario.  Un esito che non ha consentito l’eliminazione delle Province dalla Costituzione ed ha evidenziato i limiti della Legge Del Rio. Devo anche rilevare che la Regione Toscana, approvando velocemente una legge di riordino sulle competenze provinciali, ha accelerato il processo di svuotamento delle competenze dell’Ente, caratterizzandosi come la regione più accentratrice d’Italia.

In questo scenario, pur mantenendo competenze fondamentali per i cittadini quali: gestione delle strade e dell'edilizia scolastica, compresa la programmazione degli indirizzi, politiche sulle pari opportunità, gestione della protezione civile e competenze marginali in merito ad autorizzazioni nel campo dei trasporti, ad autorizzazioni urbanistiche oltre che l'erogazione di servizi per i Comuni, dal 2014 in poi lo Stato Italiano ha emesso norme affinché le Province contribuissero al suo Bilancio e pertanto il 60% delle entrate Provinciali sono semplicemente transitate dall’Ente allo Stato italiano.

Ciò ha decretato un impoverimento totale delle risorse che l’Ente Provincia può destinare all’esercizio delle proprie deleghe. L’unica strada percorribile per il mantenimento e l’esercizio delle deleghe è stata la vendita di parte del patrimonio di questo Ente. Pertanto siamo stati nell’impossibilità di fare nuovi investimenti, ed anche l’esercizio della manutenzione ordinaria è entrato in crisi. A seguito di innumerevoli proteste, con la finanziaria del 2017, qualche piccolo segnale è giunto, anche se del tutto insufficiente.

D: Oggi al termine di questa sua esperienza, cosa si sente di suggerire al legislatore in merito all’istituzione Province?

R: La necessità di porre mano di nuovo al riordino delle competenze e dei ruoli dell’Ente Provincia risulta, oggi più che mai, urgente. L’esito referendario ha sancito l’esistenza e la permanenza dell’Ente Provincia. La Provincia esiste in Costituzione e  pertanto occorre destinare a questo Ente risorse sufficienti  per l’esercizio di proprie competenze.

La Provincia dovrà diventare sempre più la casa dei Comuni, prendendosene cura, in particolare di quelli più piccoli, mediante l’erogazione di servizi quali: centrale unica degli acquisti, appalti, servizi del personale e ragioneria. Penso, ad esempio, a tutta la politica degli ATO e dei Consorzi esistenti nella nostra Regione.

Mi sento quindi di suggerire al legislatore, ora che il referendum costituzionale appartiene al passato, di rivedere l'intera legislazione nell'ottica della semplificazione, di Enti e sovrastrutture. La Provincia può rimanere anche di secondo livello, ma deve assolutamente diventare uno strumento autorevole ( quindi con risorse adeguate) e indipendente, per gestire direttamente servizi di area vasta e per controllare quei servizi che attualmente gestiscono i privati.

D: E’ vero che personalmente Lei ha svolto la sua attività a titolo gratuito e di mero rimborso spese?

R: Sì . Dall’entrata in vigore della Legge Del Rio nessuna indennità è prevista per gli Amministratori, solo il rimborso spese.

D: Un’ultima domanda: lei è un politico democratico di lunga lena e di specchiata stima. Come si schiera e cosa intende fare nel panorama aretino e nazionale interno al suo Pd per rilanciarlo e dare speranza di successo elettorale alla Sinistra che dopo il quattro marzo scorso sembra essersi cacciata in un vicolo cieco?

R: Come si evince dalle risposte precedenti, sono molto critico sulla riforma e mi sento libero di esprimere il mio dissenso su questo problema e su tutto ciò che non condivido. Sia però ben chiaro a tutti che io ho sempre militato e continuerò a militare in una Sinistra democratica, che non ha paura di governare e di contaminarsi con nuove esperienze. Oggi ritengo che si sia concluso un periodo politico con luci ed ombre. Vedo e sento, come tanti aretini ed italiani, la necessità di andare oltre, aggregando tutte le forze che credono nella riaffermazione e riscoperta dei valori, che stanno alla base della nostra Costituzione e dell’Europa democratica e unita. Oggi è il tempo di porre particolare attenzione alle politiche sociali, altrimenti elettoralmente si andrà  a sbattere ancora e con conseguenze gravi per gli aretini e per  tutto il popolo italiano.  Il divario tra ricchi e poveri si è allargato anche a seguito di politiche non sempre corrette portate avanti anche dai Governi di Centro Sinistra. Oggi è nuovamente  un tempo in cui, come si diceva una volta,  bisogna ripartire dagli ultimi, dai ceti intermedi, da coloro che, con la crisi internazionale del 2008,  a forza di stringere la cinghia e di rinunciare a diritti sacrosanti sono finiti in un burrone dal quale non riescono più ad uscire. In questa direzione il PD può avere futuro e ancora tanto da esprimere!

Grazie, Presidente, dell’intervista. Come giornale più antico della provincia aretina, Le facciamo volentieri i migliori auguri affinché  Lei e il suo partito possiate tornare a camminare su quella strada popolare che tanto serve alla politica  e  a quel  popolo italiano troppo bistrattato, sia a manca sia a dritta,  in questi quasi vent’anni del XXI secolo.

Per coloro che vogliono saperne di più, aggiungo poche righe biografiche sul Presidente della Provincia. Roberto Vasai, al dire di tutti, è una persona che, come dicevano i nostri nonni contadini, anche in politica non se la tira. Sempre con il sorriso sulle labbra,mai un atto fuori luogo, mai un’ arrabbiatura o una parola di troppo, Roberto Vasai è insomma un gentleman e un  politico democratico aretino e valdarnese all’antica. Fondatore e dirigente del  Partito Democratico , con ottobre termina il suo mandato alla presidenza della provincia di Arezzo.  Roberto Vasai nasce a Montevarchi il 10/07/1951 ed è stato il Sindaco più giovane della provincia di Arezzo. Dopo aver esaurito l’impegno come Sindaco di Pergine, nel 1990, Vasai ha continuato la sua attività nel Partito, ricoprendo l’incarico di Segretario di Zona del Valdarno dell’allora PDS e di componente della Segreteria Politica Provinciale. Dal 1995 al 1999 è stato consigliere provinciale. Successivamente, dal ’99 fino al 2009, ha ricoperto la carica di Assessore all’Agricoltura, Caccia Pesca e Sport della Provincia di Arezzo. E’ stato eletto per la prima volta alla carica di Presidente della Provincia nel 2009 ed è stato riconfermato nel 2014 dall’elezione di secondo livello a seguito della legge 56/2014. Sposato, è padre di due figli.

 

Nelle poche volte che l’ho incontrato, compresa quest’ultima nata per puro caso dalla mia curiosità di giornalista di strada, Roberto Vasai mi è sempre apparso come una persona coerente, ancorata alle radici delle lotte popolari, ai valori forti di democrazia , di solidarietà e di pluralismo. Insomma, ripeto, un vero gentlemen e politico all’antica di cui oggi c’è urgente  bisogno e quindi stiamo sicuri che, nonostante egli dica di volersi ritirare a fare il nonno, lo vedremo navigare ancora a lungo nei mari procellosi della vita politica aretina. In un tempo di volpi e di iene,  un coraggioso dalmata, come Pongo del celebre film di Wolfgang  Reitherman, serve molto, ma molto anche al Pd aretino.

Ivo Camerini