Sabato 21 marzo 2015 è un gran giorno per la scuola di Sarteano, premiata a Milano dalla Fondazione Enrica Amiotti per il progetto “Diamo voce al silenzio” ideato e realizzato dalla classe Quarta A (oggi Quinta A) della scuola primaria e dalle insegnanti Alessandra Amati, Luana Morgantini e Laura Scovacricchi. Proprio loro, a nome di tutti i bambini vincitori, hanno ricevuto il riconoscimento da un alto funzionario dal presidente della Fondazione Amiotti e da un dirigente del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca.
“I bambini hanno dei sogni - afferma Luana Morgantini, che non nasconde la propria emozione – e gli insegnanti devono per contribuire farli diventare progetti di vita, a trasformare le vocazioni in competenze, gli interessi in motivazioni. Per questo – aggiunge l’insegnante - quando uscì il bando di concorso della fondazione Amiotti ‘Dal sogno al progetto’ pensammo di partecipare per mettere le ali ad un sogno: aiutare una delle nostre alunne a superare difficoltà comunicative, diventate ostacoli insormontabili negli scambi e nei rapporti interpersonali.”
“La finalità del bando – ricorda Alessandra Amati - era l'ideazione e la realizzazione di ‘sogni’ nati dagli stessi alunni, condivisi nella classe e con gli insegnanti. Il gruppo si è messo all’opera, ha puntualizzato le finalità, condiviso gli obiettivi con le famiglie, connotato le modalità di lavoro e verificato il percorso, arrivando a superare la prima selezione.”
Una volta raggiunto il primo traguardo alunni e maestre hanno proseguito nel lavoro, sostenuti dalle sollecitazioni e dalle proposte che provenivano dagli organizzatori, ovvero Fondazione Amiotti, Project Management Northern Italy Chapter e Fondazione Ismu, fino ad arrivare al progetto definitivo. A quel punto “Diamo voce al silenzio” era una realtà. “Il premio – osserva l’insegnante di sostegno Laura Scovacricchi - permetterà grazie ad un sostegno economico di proseguire con le attività intraprese, e favorire la diffusione di quel sogno, nato dal cuore e dall’amore per l’altro, che intanto ci ha permesso di arrivare fino a Milano.”