Ho conosciuto Dario e Luca Ciambelli due anni prima della pandemia covid e già nel 2018, entrando per la prima volta nel loro capannone-officina di rinomati fabbri, rimasi affascinato da questi due maestri artigiani cortonesi, che, battendo e piegando il ferro secondo i loro voler, fanno rivivere ed operare l’antico dio romano Vulcano, signore del fuoco e della lavorazione dei metalli. Soprattutto il giovane Luca allora con la barba più lunga e folta, come mostra una delle foto che gentilmente mi ha messo a disposizione nella mia ultima visita del 15 aprile 2023, mi lasciò a bocca aperta per la sua straordinaria somiglianza al dio etrusco Sethlans protettore dei fabbri e dio del fuoco come Vulcano ed Efesto.
Volevo scrivere già allora qualcosa su questi due straordinari testimoni e protagonisti del lavoro artigianale cortonese (“veri beni culturali viventi”, per dirla alla maniera del noto giornalista televisivo Rampelli), ma , purtroppo, gli impegni ancora incombenti del mio lavoro a Roma e poi, subito dopo, la pandemia me lo impedirono.
Lo faccio ora, dopo che più volte nello scorso inverno non è stato possibile a causa di una fastidiosa influenza protrattasi due mesi, andando a trovarli il 15 aprile, sapendo della loro abitudine all’antica di lavorare anche di sabato.
Babbo e figlio mi hanno accolto con grande cortesia e ( lasciando per una mezz’ora il loro martellare e il modellare il ferro di alcune fioriere artistiche per una storica dimora della vicina Umbria) mi hanno mostrato i loro lavori e fatto conoscere la storia e il sudore di un lavoro, che oggi quasi più nessuno vuole fare. Soprattutto mi hanno reso visibile la passione, l’amore al lavoro artigianale ed artistico che ha riempito e riempie di soddisfazione la loro vita di artigiani all’antica, cioè di maestri che sanno lavorare il ferro con la forza delle loro mani e con la sapienza e la ricerca del bello della loro intelligenza.
Dario Ciambelli nasce nel 1947 a Mencaccini, vicino Mercatale e i suoi genitori furono David e Giselda Giannetti, contadini nei poderi dello Scarpaccini prima e , poi, del Pasqui.
Finite le scuole d’obbligo, Dario frequenta la mitica Inapli di Camucia e subito dopo va a lavorare alla bottega del noto fabbro Bianchi Luigino di Terontola ( oggi mandata avanti dal figlio Gaetano , che ha saputo seguire con successo le orme paterne).
Dopo circa tre anni Dario si mette in proprio e successivamente apre una sua più grande officina al Sodo di Cortona e si afferma nelle nostre terre come fabbro per l’edilizia economica e popolare e, nel contempo, come manutentore e apprezzato riparatore di macchine industriali da lavoro di alcune aziende e ditte della Valdichiana.
Nel 1987, Dario si sposta nella zona attività produttive del Vallone e costruisce il suo attuale grande capannone-officina, dove comincia a sfornare lavori sempre più artistici e complessi per l’attività edilizia residenziale di pregio e dal 2010 , assieme a suo figlio Luca ormai suo allievo e braccio destro da alcuni anni, si dedica solo alle opere in ferro battuto a mano per lavori in ville storiche e signorili del nostro Centro Italia.
Il figlio Luca prende a seguire babbo Dario subito dopo il diploma di perito meccanico conseguito all’Itis di Arezzo nel 2006. Si appassiona così tanto a questo lavoro di realizzazione di opere in ferro battuto ( cancellate, vetrate,fioriere,scale, ringhiere e via dicendo) che prende ben presto le buone abitudini di babbo Dario di lavorare con gioia e soddisfazione da mane a sera e anche nel fine settimana; nonostante le lamentele di mamma Franca che lo vorrebbe più puntuale a cena alla sera e della sorella Sonia ( parrucchiera in Camucia) che ne rivendica visite più frequenti.
Ma Dario e Luca sono maestri artigiani all’antica. Per loro lavorare da buio a buio è fatica, ma fatica vissuta con piacere e come un onore che non ha prezzo. Soprattutto in un paese che, oggi emargina sempre più chi vive con il sudore della propria fronte, con il saper fare delle proprie mani, con l’intelligenza del proprio saper essere e con la voglia quotidiana di sporcarsi le mani. Insomma, Dario e Luca sono fieri del loro lavoro, che ama ripercorrere le strade degli artigiani dei secoli passati (dell’Ottocento, del Settecento e, soprattutto, del Rinascimento) cui loro si ispirano nel creare e realizzare manufatti in ferro battuto.
A Dario Ciambelli, esempio nobile della qualità del migliore artigianato cortonese e pensionato attivo che ancora corre e produce come un trentenne, l’augurio del nostro giornale di continuare ancora a lungo a sfornare capolavori in ferro battuto.
Al giovane Luca ( è nato nel 1987) il più sincero degli ad maiora! e, soprattutto, di non perdere mai la passione artigianale trasmessagli dal babbo e di continuarne l’opera per altri cento anni, sentendosi sempre realizzato come lo è oggi nel progettare e realizzare opere che, come mostrano le foto di corredo nella gallery, sono pezzi davvero unici di arte e lavoro cortonese ed italiano.
Ivo Camerini